

Matteo Zuppi, il grande impegno per la comunità
Parliamo di Matteo Zuppi, il cardinale che nel corso degli anni, ha dimostrato non solo di essere un pastore, ma anche un abile mediatore di pace. La sua partecipazione ai negoziati di pace in Mozambico e la sua recente missione in Ucraina, affidatagli da papa Francesco, testimoniano la sua capacità di lavorare per costruire ponti e dialoghi. Il suo impegno non si ferma alla politica, ma si radica nell’essenza evangelica di portare conforto e aprire cammini di speranza.
Diventato arcivescovo e poi cardinale, la sua vita non ha subito grandi cambiamenti. Continua a vivere con semplicità, a muoversi in bicicletta, incontrando le persone nelle strade. Le sue omelie riflettono la sua visione di una Chiesa che non teme di “sporcarsi le mani”, una Chiesa che si fa “ospedale da campo” e offre rifugio a chi ne ha bisogno.
Il suo impegno per i migranti è stato uno dei tratti distintivi del suo operato. Ha sostenuto iniziative di salvataggio e progetti di accoglienza, sottolineando come l’accoglienza sia una diretta conseguenza del Vangelo. “Non possiamo chiudere il cuore. Non possiamo scegliere chi amare. Anche Gesù è stato un profugo“. Per lui, la giustizia globale è una necessità, una responsabilità collettiva per costruire un mondo migliore.
Sebbene non manchino critiche, la sua risposta è sempre stata improntata alla calma e alla fede. Crede in una Chiesa che non esclude, ma accoglie, una Chiesa che è “casa per tutti”. La sua dedizione continua, camminando tra le periferie del mondo e dell’anima, portando il Vangelo dove trova la sua voce più autentica.