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Cosa fare in caso di attacco nucleare: il piano dell’Italia

Con l’inizio della guerra in Ucraina, i cittadini europei temono un attacco nucleare da parte della Russia. L’Italia ha già pronta una strategia di difesa. Il piano è pensato per fronteggiare un incidente in un impianto nucleare ubicate oltre frontiera, Francia o Svizzera, ad esempio. Si tratta del “piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari”. Il governo lo ha finalmente aggiornato ieri, 8 marzo, dopo 12 anni.

draghi

Quando scatta il “piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari”

Il governo italiano ha voluto specificare che per ora non c’è ancora alcun tipo di allarme. “Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la protezione civile a dare precise indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per l’intera popolazione”.

In questi giorni in molti, in preda al panico, hanno deciso di prepararsi in anticipo ad un eventuale attacco nucleare: è scattata la corsa all’acquisto di compresse di iodio stabile. L’elemento può essere nocivo per il corpo quindi meglio evitarne l’utilizzo. Il governo ha precisato che al momento non c’è alcun bisogno di prepararsi.

Cosa fare in caso di attacco nucleare

Il piano è composto da 82 pagine in cui si spiega agli italiani cosa dovranno fare in caso di esposizione a radiazioni.  Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha firmato e approvato il piano. Uno degli step approvati dal governo è la misura del “riparo al chiuso”, con l’indicazione alla popolazione di restare nelle abitazioni, con porte e finestre sigillate e i sistemi di ventilazione o condizionamento spenti. Il limite massimo di reclusione previsto è di due giorni.

Un altro passaggio da fare sarebbe la iodioprofilassi. Lo iodio sarebbe da somministrare solo alla fascia di età 0-40 anni e alle donne incinte o in fase di allattamento. Le indicazioni sono molto precise: bisogna prenderlo a meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo l’inizio previsto dell’esposizione per evitare danni fisici anche molto seri. Il piano prevede delle misure per tutte e tre le fasi del disastro. Si parte con il verificarsi dell’evento e il passaggio della nube tossica. In seguito avverrebbe la fase intermedia con la deposizione al suolo delle sostanza radioattive, fino all’ultima fase di situazione esistente e programmata dove ci sarebbe l’ottimizzazione della strategia di protezione.

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