Le cause: “Piogge eccezionali, nessun guasto agli impianti”
Secondo le prime valutazioni dell’amministrazione comunale, non si tratterebbe di un problema strutturale legato agli impianti fognari o depurativi. Il superamento dei limiti, si legge nel provvedimento, sarebbe conseguenza diretta di eventi meteorologici eccezionali, in particolare le forti piogge che hanno colpito l’area nei giorni precedenti. Un fenomeno noto, che in casi simili può causare il riversamento in mare di contaminanti provenienti da corsi d’acqua interni o da sistemi di drenaggio sovraccarichi.

I provvedimenti: segnaletica, comunicazioni e controlli
L’ordinanza, firmata dal sindaco, si fonda sugli articoli 50 e 54 del D.Lgs. n. 267/2000, ovvero il Testo Unico delle leggi sugli enti locali, e include una serie di misure immediate:
- Divieto di balneazione nella zona interessata fino a nuova comunicazione;
- Installazione di segnaletica visibile che informi chiaramente bagnanti e turisti del rischio sanitario in corso, come previsto dall’art. 15 del D.Lgs. 116/2008;
- Trasmissione dei dati e dell’ordinanza al Ministero della Salute tramite il portale NSIS, in linea con quanto previsto dai decreti ministeriali del 30 maggio 2010 e del 19 aprile 2018;
- Avvio di controlli per identificare con precisione l’origine dell’inquinamento, e risoluzione delle eventuali criticità.
La revoca del divieto avverrà solo dopo nuovi prelievi e analisi che attestino il rientro dei parametri nei limiti consentiti. Finché ciò non avverrà, il tratto costiero resterà off-limits. L’ARPAS continuerà a monitorare la situazione nei prossimi giorni, con la possibilità di ripetere i test a breve. Nel frattempo, si invita la popolazione e i turisti alla massima collaborazione, evitando la balneazione nelle aree interdette per non mettere a rischio la propria salute. Un colpo duro per una delle mete più amate della Sardegna settentrionale, che punta però a risolvere il problema in tempi brevi.