Duro attacco alla nuova inchiesta su Andrea Sempio
La riapertura delle indagini e l’attenzione su un nuovo sospettato, Andrea Sempio, non convincono Feltri che si mostra scettico: “Questa nuova inchiesta non mi convince, anche se non l’ho seguita come la prima volta. Mi sembra che stiano facendo un gran casino”. Egli ritiene che l’interesse rinnovato intorno al caso sia principalmente alimentato dai media. “L’attenzione della gente la creiamo noi”, afferma Feltri, ricordando che i giornalisti svolgono semplicemente il loro mestiere.
Nonostante ciò, non manca di criticare le modalità delle indagini: “Andavano fatte bene subito. Dopo diciotto anni non trovi niente, e infatti non mi sembra ci sia nulla di nuovo così interessante da poter dire che siamo vicini a risolvere il caso”. Secondo Feltri, la situazione appare talmente confusa da essere ormai fuori controllo: “Parla Tizio, poi Caio, poi trovano un pezzo di ferro nella roggia e pare che sia l’arma del delitto. Mi sembrano tutti un po’ ubriachi”.
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La sua visione sul sistema giudiziario
Feltri conclude la sua analisi con una riflessione critica sul sistema giudiziario italiano. “La cosa che rimane stupefacente per me è una sola: che una persona assolta per due volte sia in galera da dieci anni. Vi sembra normale?”, domanda retoricamente. Per Feltri, il caso Garlasco è un esempio lampante di come la magistratura possa risultare ridicola agli occhi del pubblico.
La vicenda di Garlasco non rappresenta solo un caso giudiziario complesso, ma anche, secondo Feltri, un simbolo dell’inefficienza del sistema giudiziario, incapace di garantire giustizia e chiarezza. Tra processi ripetuti, nuove piste e reperti scomparsi, Feltri manifesta il suo scetticismo sulla possibilità di giungere a una verità definitiva. Tuttavia, rimane fermo nella sua convinzione: Alberto Stasi non è colpevole. In un’Italia ancora divisa su questo caso, la voce di Feltri continua a risuonare con forza.