Nuovi dettagli sulla dinamica dell’omicidio
La nuova ricostruzione contraddice l’ipotesi iniziale secondo cui Chiara sarebbe stata sorpresa da una persona a lei vicina, come il fidanzato Stasi. Ora si delinea la possibilità che l’aggressione sia stata compiuta da soggetti di cui la vittima aveva paura. Il DNA trovato sotto le unghie indica una colluttazione, mentre le ferite suggeriscono l’uso di due diversi strumenti: uno affilato e uno contundente. Il medico legale Marco Ballardini, che ha eseguito l’autopsia, ha segnalato una “lesione ecchimotico-escoriata” sulla parte anteriore della coscia sinistra, descrivendola come una traccia che “sembra assumere un carattere ‘figurato’, corrispondente ad un calpestamento violento mediato dal tacco o dalla punta di una scarpa”. Questo dettaglio risulta incompatibile con le calzature in possesso di Alberto Stasi, che indossava delle Frau numero 42 senza tacco, né con le Lacoste bronzo numero 41 utilizzate il giorno del delitto.


L’ipotesi di un complice: le analisi della difesa
Secondo quanto riportato dal Quotidiano Nazionale, già nel febbraio 2009 il professor Francesco Avato, consulente della difesa Stasi, aveva sottoposto una relazione di 104 pagine suggerendo il possibile coinvolgimento di un complice. Avato si era interrogato sulla reale possibilità che il corpo di Chiara, ritrovato in posizione prona, potesse essere stato spostato da una sola persona. “Chi scrive ritiene che tale trasporto richiedesse per essere eseguito l’attività di almeno due persone. È, quindi, da ipotizzare che una persona sostenesse gli arti inferiori ed un’altra persona provvedesse a sollevare il tronco, ad esempio mediante presa bimanuale ascellare (ciò che rende ragione della doppia filiera di gocciolature tra loro intervallate da area sostanzialmente immune da macchie)”, è questa una ricostruzione che, se confermata, potrebbe riaprire interrogativi mai del tutto sopiti.