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Garlasco, la verità sul Dna del terzo uomo: cosa si scopre

Garlasco, il Dna maschile e l’ipotesi di contaminazione

Secondo fonti investigative, il profilo genetico isolato corrisponderebbe con elevata probabilità a un assistente del medico legale Marco Ballardini, responsabile dell’autopsia eseguita nel 2007. Gli inquirenti ipotizzano che la presenza del materiale genetico sia dovuta a una contaminazione avvenuta durante l’esame autoptico, fa sapere Adnkronos. Sul tampone orale è emerso in particolare un cromosoma Y (ossia un Dna maschile, ndr) che “risulterebbe sovrapponibile all’aplotipo di Ernesto Gabriele Ferrari” assistente del medico legale che ha eseguito i primi rilievi sul corpo della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco.

La traccia di Dna è stata individuata su garze utilizzate durante l’intervento medico-legale, dalle quali è stato estratto il materiale successivamente classificato come “ignoto” nei primi momenti dell’indagine. Tuttavia, si sottolinea che si tratta di valutazioni ancora in una fase iniziale.

Prossimi passi e possibili sviluppi nel caso Garlasco

Le prossime analisi saranno decisive per confermare o escludere la pista della contaminazione. Il caso di Chiara Poggi continua così a rappresentare un punto di attenzione per l’opinione pubblica e gli investigatori, nella costante ricerca di una ricostruzione definitiva dei fatti.

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