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Mutuo variabile, le banche dovranno restituire i soldi ai clienti: la sentenza della Corte di Appello di Milano

Mutuo clausola floor giudicata vessatoria

Mutuo a tasso variabile, clausola floor giudicata vessatoria: cambia tutto d’ora in poi. Molto spesso all’interno dei contratti di mutuo a tasso variabile sono presenti delle clausole particolarmente vessatorie nei confronti dei clienti. Ce n’è una in particolare, che è stata riconosciuta dalla Corte di Appello di Milano, svantaggiosa nei confronti di chi ha aperto un mutuo. La Corte di Appello ha dunque emesso una sentenza che prevede la restituzione dei soldi ai clienti da parte delle banche.

Mutuo, clausola floor giudicata vessatoria: cosa cambia

Mutuo, clausola floor giudicata vessatoria: cosa cambia

L’associazione dei consumatori Altroconsumo aveva evidenziato la scorrettezza della clausola floor in alcuni tipi di contratti a tasso variabile, già nel 2016. L’associazione aveva quindi diffidato alcune banche (Banco Bpm e Deutsche Bank) dall’inserire nei propri contratti la clausola Floor. Nulla è cambiato quindi sono iniziate le procedure giudiziarie. La Corte di Appello di Milano ha preso in mano la situazione e ha statuito che se anche la clausola Floor fosse correttamente indicata nel contratto, dovrebbe comunque essere considerata vessatoria in quanto non rappresenta una parte essenziale del contratto, ma una clausola accessoria senza la quale il cliente potrebbe comunque continuare a pagare la rata. La Corte di Appello ha dunque stabilito che la clausola risulta essere vessatoria in quanto comporta un eccessivo squilibrio tra la banca e i clienti.

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Le banche dovranno restituire i soldi ai clienti

Un’aspetto importante della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano, emessa lo scorso 6 settembre è che i clienti che hanno un contratto di mutuo variabile con clausola Floor, potranno riavere indietro i soldi. I clienti potranno ottenere un risarcimento commisurato alla differenza tra il tasso di interesse pagato e quello che in realtà avrebbero dovuto pagare.

La banca dovrà dunque procedere con il riaccredito delle somme in conto o con altre modalità (ad esempio scontando eventuali rate in pagamento) oppure, in subordine, la banca deve comunicare in forma scritta ai clienti interessati che la clausola floor inserita nel proprio contratto è nulla per vessatorietà e quindi il diritto del cliente a chiedere la restituzione delle somme pagate. Deve inoltre comunicare al cliente che è sua facoltà nominare un consulente per farsi assistere.  Nello specifico a Banca BPM è stato ordinato di pubblicare sul proprio sito la sentenza entro 30 giorni. Qualora non si procedesse con l’adempimento degli obblighi l’Istituto di Credito sarà tenuto a pagare una sanzione pari a poco più di 1.030 euro.

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