Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

Omicidio Chiara Poggi, la rivelazione dell’avvocato Lovati

Ombre sul verdetto e nuove domande

Nel 2015, Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata. Un verdetto raggiunto dopo una lunga odissea giudiziaria, tra sentenze ribaltate, indagini integrate, nuove consulenze. Eppure, quella condanna non ha mai completamente cancellato l’idea che potessero esserci altri tasselli mancanti.

Il nome di Andrea Sempio emerse solo molti anni dopo, quando una nuova perizia informatica suggerì che il suo profilo genetico andava comparato con una traccia trovata sotto le unghie di Chiara. Una pista mai approfondita del tutto, finora, ma che non è stata neanche completamente esclusa. Le parole di Lovati, oggi, riportano quella presenza nell’orbita del caso. E insinuano, senza dichiararlo apertamente, che forse qualcun altro sapeva. O aveva visto. O aveva parlato. Prima che Stasi facesse la famosa telefonata ai carabinieri.

Leggi anche: Diogo Jota, due testimoni cambiano la storia dell’incidente: “La famiglia lo sa, ho filmato tutto”

Un enigma senza pace

A distanza di quasi due decenni, il caso Poggi continua a inquietare. Le sue zone d’ombra resistono al tempo, ai verdetti, alle certezze giuridiche. E ogni nuovo dettaglio, ogni testimonianza rilasciata oggi, ha il potere di risvegliare l’interesse di chi, da sempre, segue questa vicenda con un misto di rabbia e impotenza.

Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure