Il “giustiziere mascherato” e la caccia alle telecamere
Chi si nasconde dietro questo gesto da “Batman cittadino”? Bolzan ha già denunciato l’accaduto al Comune e alla polizia locale, che ora sta analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. L’obiettivo è identificare il responsabile o i responsabili del gesto, che potrebbe configurarsi come danneggiamento aggravato.
“Mi chiedo cosa possa far scattare un’ira così per un parcheggio sbagliato – ha detto ancora Bolzan – non ho ucciso nessuno, non ho rubato nulla. Non può esserci una giustificazione per un comportamento simile”. E il suo sfogo riflette un disagio profondo: vivere in una società in cui anche il più banale errore può scatenare un’escalation di violenza.
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Una città tranquilla… almeno fino ad ora
Treviso è da sempre considerata una città tranquilla, lontana da episodi di vandalismo urbano o violenze stradali. Anche piazza San Francesco, dove si è verificato l’episodio, è vista come una delle zone più sicure e curate del centro. Bolzan conferma: “È la prima volta che parcheggiavo lì, e non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Neanche dalla polizia locale ho mai avuto problemi, anzi ho trovato persone comprensive. Ma quello che mi è successo va oltre ogni limite”.
Una bravata? Una vendetta personale? Un gesto di esasperazione? Le ipotesi restano aperte. Ma il messaggio lanciato da questa azione violenta – chi sbaglia paga, e non solo con la multa – fa tremare i polsi. Soprattutto in una società che, in teoria, dovrebbe affidarsi alla legge, non all’istinto da vigilante.