
Garlasco, 13 agosto 2007: il “film” di un omicidio che torna in scena
Nel silenzio di quell’alba d’agosto, la villetta di via Pascoli 8 a Garlasco era immersa nell’afa estiva. Erano le prime ore del 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi, 26 anni, aprì la porta di casa in pigiama senza sospettare il male che stava per entrare con lei.
Il copione del 2007
Le aule di tribunale, tra assoluzioni e condanne che si sono susseguite fino al 2015, hanno ricostruito una scena agghiacciante. Una persona – armato probabilmente di un martello – entra, colpisce Chiara ripetutamente al volto e al cranio, poi la solleva, la getta giù per le tredici scale che portano alla taverna e si arresta sul pianerottolo senza fare neppure un gradino in discesa. Il corpo della giovane, con la testa adagiata sul nono gradino, resta lì, immobile, mentre il carnefice si ripulisce le mani insanguinate in bagno. Lì – in quell’angolo di piastrelle bianco crema – rimangono due impronte palmari, mai analizzate all’epoca.

Sulla suola, invece, non c’è traccia di sangue. È la scarpa “a pallini” (marca Frau, numero 42) a fare discutere: Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara, calzava proprio il 42, ma i suoi piedi restarono stranamente puliti. Fu un dettaglio cruciale nella condanna definitiva che lo ha visto colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”, nonostante i dubbi di molti critici e la mancanza di sangue sul battistrada consegnato alle autorità.

Una nuova prospettiva: Andrea Sempio
Diciotto anni dopo, quel dolore non si è spento. Oggi la Procura di Pavia ha riaperto il set dell’omicidio, riprendendo in mano reperti lasciati da tempo nel cassetto. Quel “numero 33” impresso sulla parete di marmo nei pressi del cadavere – una traccia palmare rivelata con la ninidrina – viene ora attribuito, secondo una consulenza dattiloscopica, al palmo destro di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi.
Nei giorni scorsi i carabinieri hanno dragato un canale poco distante, perlustrato abitazioni di parenti e conoscenti, acquisito scontrini e biglietti e convocato a ripetizione Sempio, l’ex fidanzato condannato e perfino Marco Poggi. Mani nuove si calano nel vecchio film, con scene che tornano in primo piano: impronte, Dna, alibi da ricostruire.
La stessa scena, uno sguardo diverso
Il killer del 2007, con le mani insanguinate sulla soglia del seminterrato, e chi ora viene interrogato per quelle impronte: è qui, in questo crinale tra ieri e oggi, che si gioca la possibilità di riscrivere la verità. Garlasco attende ancora un finale, mentre si riallestisce la scena del crimine. L’unica certezza è che, dopo diciotto anni, nulla è davvero concluso.