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Città della Pieve, ristoratore dice “No” a Draghi: “Tutti i clienti hanno gli stessi diritti”

Orlando Ciello è un ristoratore di Città della Pieve, titolare della Locanda della Picca, e a fine agosto ha detto di “No” al premier Mario Draghi perchè il suo locare era pieno e i clienti sono tutti uguali. La curiosa storia è stata raccontata dal titolare stesso durante un suo intervento nella famosa trasmissione A Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Il ristoratore ha infatti spiegato di aver ‘rimbalzato’ all’ingresso i coniugi Draghi. Vediamo nel dettaglio il suo singolare racconto. (Continua a leggere dopo la foto)

Città della Pieve, ristoratore dice “No” a Draghi perchè il locale era pieno

Un ristoratore di Città della Pieve, Orlando Ciello, ha detto di “No” a Mario Draghi perchè il suo locare era pieno e i clienti sono tutti uguale. A Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il ristoratore ha infatti spiegato di aver ‘rimbalzato’ all’ingresso i Draghi. Ciello ha dichiarato: «Verso fine agosto, alle quattro di pomeriggio di un sabato mi ha chiamato il cognato di Draghi dicendomi che sarebbero venuti a cena, quella sera, in otto. E io ho pensato subito: e dove li metto….Ci ho pensato tre millesimi di secondo e gli ho detto: mi dispiace, ma non posso. Non potevo proprio farci nulla, fossero stati in due un posto glielo avrei potuto trovare, ma in otto…Da allora non li ho più sentiti».

Poi il noto ristoratore ha ribadito il concetto al Corriere dell’Umbria, dichiarando: «Ero al completo, non potevo fare diversamente.  Avrei scontentato qualcun altro. Tutta l’estate abbiamo avuto molto lavoro, Città della Pieve è stata presa d’assalto da molti turisti. Noi siamo nuovi, abbiamo aperto il 10 luglio. Quando il cognato del presidente mi ha chiamato quel sabato pomeriggio, ero già in overbooking, con dei tavoli che non sapevo se sarei riuscito o meno a sistemare. Per noi molto dipende dal tempo, visto che il ristorante è all’80% all’esterno. Se quella sera avesse piovuto, non avrei avuto tavoli all’interno nemmeno per coloro che avevano già prenotato».

“I clienti sono tutti uguali”

Sempre ai microfoni di Corriere dell’Umbria, il ristoratore di Città della Pieve ha aggiunto: «Quando lui mi ha chiamato il sabato pomeriggio, purtroppo non potevo dirgli di sì: avrei rischiato di scontentare sia loro che qualcun altro, e piuttosto che fare brutta figura ho preferito dirgli che non avevo posto. Il presidente lo conosco, in passato ho gestito un hotel sempre a Città della Pieve ed è stato spesso mio cliente. Qui ancora non è mai venuto, ma sabato scorso c’è stato il nipote e anche il figlio Giacomo è spesso nostro ospite. Non si è arrabbiato, anzi: credo abbia capito la situazione. Tutti i clienti hanno gli stessi diritti. Certo, un occhio di riguardo ce l’avrò sempre per il premier, lui sta proprio davanti al ristorante. Se avessi potuto l’avrei fatto venire, ma per non fare brutta figura ho preferito non rischiare».

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