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Francesca Neri parla della sua malattia: “Ho accarezzato l’idea del suicidio”

Il 5 Ottobre 2021 esce in tutte le librerie l’autobiografia di Francesca Neri, intitolata Come carne viva. L’attrice ha deciso di mettersi a nudo e di raccontarsi a tutto tondo. Ha praticamente aperto il suo cuore ai suoi fan parlando in primis della sua devastante malattia e poi del complicato rapporto con sua madre. Un racconto profondo che farà sicuramente emozionare tutti i suoi lettori. La donna, in questi giorni in vista dell’uscita imminente del suo libro, si è lasciata andare anche ad una lunga intervista al Corriere della Sera. Vediamo insieme come Francesca Neri ha cercato di spiegare la sua malattia. (Continua a leggere dopo la foto)

Francesca Neri parla per la prima volta della sua malattia

In vista dell’uscita imminente del suo libro Come carne viva, Francesca Neri ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera. L’attrice ha cercato di spiegare così la sua malattia, ovvero la cistite interstiziale: «È durata tre anni la fase acuta, non ne sono fuori, non si guarisce: impari a gestirla e a non provocarla in modo che non sia invalidante. I primi due anni, io che non credo ai social, sono stata in una chat di donne che soffrono questa patologia. Un po’ come gli alcolisti anonimi? Sì, esatto». Poi ha spiegato di aver attraversato un momento difficile dove voleva stare sola: «È stato impossibile. Volevo essere lasciata sola. Dovevo proteggere Claudio e Rocco, mio figlio, altrimenti non ce l’avrei fatta nemmeno io, che sono il capofamiglia che si occupa di tutto. Di fatto sono stata via per tre anni, però c’ero, ero lì in casa con loro, ed è la cosa più terribile. Ho accarezzato l’idea del suicidio. Ho passato mesi a giocare a burraco online di notte. Il mio lockdown è durato tre anni. E quando è arrivato per tutti, con la pandemia, sono stata meglio perché condividevo la situazione degli altri».

Poi Francesca Neri ha aggiunto: «Claudio è il mio opposto, eppure eccoci ancora qui, sono stata sedotta dalla sua parte femminile nascosta. Voleva una storia, gli dissi di andare a vedere Le onde del destino di Lars von Trier. Bess, la protagonista, non è pazza, è soltanto nata nel posto sbagliato e nell’epoca sbagliata, come me. Ne rimasi sconvolta. Claudio mi disse: non ci ho capito niente. Ci siamo conosciuti in Amarsi un po’ di Vanzina, la mia prima volta come comparsa, lui protagonista. Stiamo insieme da venticinque anni, se non avessi avuto questa complicità e quest’affetto non ce l’avrei fatta. Rocco era intorno ai diciotto anni, faceva affidamento sul padre ed è stato il mio grande cruccio. Il dolore più grande è stato per mio figlio, il libro l’ho scritto per lui».

L’addio al cinema

Dal punto di vista tecnico, come riportato da Humanitas.it, la cistite interstiziale è una condizione infiammatoria cronica della vescica, che può colpire persone di qualsiasi età e sesso, ma che è più frequente nel sesso femminile. L’evoluzione della malattia è lentamente ma progressivamente ingravescente, con deterioramento delle funzioni vescicali e ripercussioni che possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita. Tutto ciò ha portato Francesca Neri a dire addio al cinema.

L’attrice al Corriere ha spiegato così la reazione dei suoi colleghi al suo ritiro: «Ha detto bene, è proprio così. Da una parte c’era incredulità. Le attrici mi chiedevano, ma come hai fatto a staccare? Altri dicevano che ero talmente drogata che non mi reggevo in piedi. I miei amici non fanno parte del cinema. Ma ricordo Massimo Troisi, un poeta della vita e dell’amore che ho riconosciuto simile a me. E Pupi Avati che mi descrisse in poche parole: “Il suo sguardo raro, profondo, di chi conosce la vita. Infatti nel suo sorriso c’è sempre anche il pianto”. Per ricaricare le pile sto per conto mio. Non sono debole, sono fragile, incapace di farmi scivolare le cose, penso troppo, aborro la mediazione. Ma so amare, condividere. Chi non mi conosce dice che sono stravagante, altezzosa, depressa. Io diffido di chi non è stato almeno una volta depresso».

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