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Garlasco, Cavallaro ribalta tutto a Zona bianca: “La verità su su ignoto 3”

News TV. Garlasco, Cavallaro ribalta tutto a Zona bianca: “La verità su su ignoto 3”. La scena del crimine non smette mai di parlare. Anche a distanza di anni, frammenti nascosti possono riaffiorare, e con essi ipotesi mai del tutto sopite. È quello che sta accadendo con il caso Garlasco, una delle vicende giudiziarie più controverse e discusse in Italia. Un elemento apparentemente secondario, una semplice garza usata per un tampone orale sul corpo di Chiara Poggi, potrebbe ora riscrivere una pagina della storia di questo delitto. Ma è davvero così semplice distinguere la verità da una possibile contaminazione?

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Garlasco, nuovo Dna e dubbi a Zona Bianca

È durante una puntata di Zona Bianca, andata in onda su Rete 4 il 16 luglio e condotta da Giuseppe Brindisi, che si è riacceso il dibattito. Tra gli ospiti, la giornalista de Il Tempo Rita Cavallaro, voce autorevole che segue da anni il caso Garlasco. Il programma, noto per affrontare temi di attualità con taglio investigativo, ha dato ampio spazio agli sviluppi della nuova inchiesta della Procura di Pavia, che indaga sul possibile Dna di un soggetto non identificato, il cosiddetto “Ignoto 3”.

Una pista che divide: da un lato, c’è chi considera l’elemento un falso indizio dovuto a contaminazione, dall’altro, chi lo reputa un dettaglio potenzialmente rivelatore di una nuova verità. La garza analizzata, come spiega Cavallaro, è stata sezionata in cinque parti dalla genetista Denise Albani, ognuna contrassegnata con una lettera. In almeno una di queste sezioni, al centro, è stato individuato un profilo genetico maschile completo, con cromosoma Y, giudicato “interessante e importante” dagli inquirenti.

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Ignoto 3, contaminazione o nuova pista?

Le implicazioni di questa scoperta sono tutt’altro che marginali. Come ricorda Cavallaro: “Nella parte centrale è stato inserito il tampone orale, quindi non negli angoli dove probabilmente c’è stata una contaminazione. Quindi che sia stata contaminata anche la zona centrale diventa un po’ difficile da credere, almeno questa è l’ipotesi”.

Un dettaglio che fa riflettere: se davvero il Dna di Ignoto 3 è emerso dal cuore del campione biologico, potrebbe trattarsi di un residuo lasciato proprio dal killer, presente sulla scena del crimine il 13 agosto 2007. Ma le opinioni sono contrastanti. Per l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, il nuovo indagato per omicidio in concorso, la risposta è netta: “Non cambia nulla perché è evidente che è una contaminazione. È una garza non sterile, l’hanno toccata tutti”. Anche la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara, torna alla ribalta.

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