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“Non è l’arena”, ecco cosa c’è dietro la chiusura del programma

Non è l'arena chiusura

News tv. “Non è l’arena”, ecco cosa ci sarebbe dietro la chiusura del programma. Non è l’Arena è stato un programma televisivo italiano andato in su LA7, in prima serata, dal 12 novembre 2017 al 2 aprile 2023 e condotto da Massimo Giletti. Il programma era caratterizzato da dibattiti con ospiti in studio e approfondimenti legati a temi d’immediata attualità, con un particolare attenzione alla situazione sociale e alla politica quotidiana nel nostro Paese. In molti si sono chiesti come mai il programma sia stato chiuso all’improvviso. Scopriamo insieme il perchè di questa scelta. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Non è l’arena”, ecco cosa ci sarebbe dietro la chiusura del programma

Non è l’Arena è stato un programma televisivo italiano andato in su LA 7, in prima serata, dal 12 novembre 2017 al 2 aprile 2023 e condotto da Massimo Giletti. Poi la chiusura improvvisa. I telespettatori si sono chiesti immediatamente il perchè di questa strana scelta da parte della rete televisiva. Una risposta sembra essere arrivata da Il Foglio, come riportato da Open. Secondo Il Foglio dietro la sospensione della trasmissione ci sarebbe soltanto il conto in passivo. Dunque, Non è l’Arena ha chiuso perché non faceva ascolti e perché era in perdita. Tanto che Salvatore Baiardo, il condannato per mafia che Massimo Giletti ospitava dietro compenso, si era offerto per trovare aziende interessate a investire nella pubblicità della trasmissione. Non ci sarebbe quindi la censura dietro la decisione di Urbano Cairo di chiudere la trasmissione, almeno stando a quanto riportato da Salvatore Merlo su Il Foglio. (Continua a leggere dopo la foto)

Un’ipotesi interessante

Secondo Il Foglio la chiusura di Non è l’Arena sarebbe solo una questione di contabilità. La trasmissione, infatti, secondo il quotidiano, raccoglieva nell’ultimo mese 50 mila euro di pubblicità e ne costava 200 mila. Dunque in passivo. Nonostante in questa stagione l’Auditel era tornato a crescere, la pubblicità non entrava comunque. “Praticamente nessuno è disposto a pagare per avere uno spot di biscotti dentro a una trasmissione che quando hai finito di vederla ti fa venire voglia di uscire di casa e spaccare le vetrine”, avrebbe detto l’amministratore delegato di una concessionaria in anonimo.

Su Open, invece, si legge che “Giletti, in questo quadro, era consapevole del calo di introiti pubblicitari e se ne lamentava. […] Intanto Giletti potrebbe tornare in Rai. Anche se lo stesso Baiardo ha detto di non crederci. E viale Mazzini ha smentito. Fino a luglio il conduttore non potrà parlare della chiusura. Visto che è sotto contratto con La7. Ma le prospettive professionali potrebbero lo stesso riportarlo nella tv pubblica. […] Intanto per Giletti il ritorno in Rai si concretizzerà forse con il cambio di governance. Meloni permettendo”.

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