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“Stop al green pass in Italia”. L’annuncio improvviso del virologo Crisanti lascia tutti senza parole

Nel corso di un’intervista rilasciata a “Il Fatto Quotidiano”, il virologo Andrea Crisanti ha parlato dell’utilizzo del Green Pass in Italia, il famigerato certificato verde che permette di accedere in tantissimi luoghi. Il professore ha fatto un annuncio che ha lasciato tutti senza parole. In questo articolo vi riportiamo le sue parole. (Continua dopo la foto…)

crisanti

Cos’è il Green Pass

Il Green Pass è un certificato usato all’interno dell’Unione europea. Esso contiene le informazioni che attestano che il titolare è stato vaccinato contro il virus COVID-19 o ha da poco effettuato un tampone ed è risultato negativo, oppure è guarito dalla malattia stessa. Il certificato può essere rilasciato sia in formato digitale, sia in formato cartaceo. Viene rilasciato in una delle lingue ufficiali dello Stato membro, oltre che in lingua inglese, e soprattutto è gratuito. L’autenticità, oltre che la validità, del certificato è data da un codice QR. Il Green Pass mira a facilitare i viaggi tra i Paesi e a contribuire al graduale ripristino della libera circolazione delle persone, in seguito alle restrizioni e ai divieti attuati a causa della pandemia di COVID-19. Con questo certificato, in teoria, ogni titolare non dovrebbe essere soggetto ad alcuna restrizione sui viaggi all’interno dell’Unione, ma ovviamente le cose cambiano di paese in paese. (Continua dopo la foto…)

Green pass rafforzato, quando entra in vigore e come funziona

L’annuncio di Crisanti sul Green Pass in Italia

Nel nuovo decreto Covid che il governo dovrebbe varare a breve c’è anche la possibilità di ottenere il Green pass illimitato dopo aver somministrato la terza dose (booster). Il virologo Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ha espresso i suoi dubbi in un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”: “Non sapendo nulla vogliono tranquillizzare le persone vaccinate. Niente di scientifico”. Secondo Crisanti, infatti, “l’azione politica deve avere un obiettivo di sanità pubblica. È inutile che mi accanisco contro l’altro 10% se i dati dicono che il 90% basta. Bisogna valutare la risposta della società, c’è sempre il singolo che non si vuole vaccinare per le più diverse ragioni”.

Il virologo ha poi proseguito: “Non significa che il virus se n’è andato, sia chiaro. Significa solo che la maggior parte della popolazione è protetta o perché ha fatto la terza dose da poco o perché si è infettata da poco. Dal punto di vista della trasmissione del virus l’impatto è zero. Può avere un impatto sulle terapie intensive, sopra i 50 anni possono ammalarsi anche in modo grave”. Riguardo alla possibilità di dover somministrare anche una quarta dose, invece, il professore dichiara: “Spero di no, ma non lo sappiamo”.

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