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La Russia pensa a delle conseguenze per i Paesi che invieranno armi all’Ucraina

Il ventitreesimo giorno di guerra si è aperto con le sirene antiaereo in azione in numerose città dell’Ucraina. A Kiev la situazione è sempre più drammatica, ma gli ucraini non si arrendono. Nel frattempo, Putin ha parlato alla nazione dallo stadio Luzniki di Mosca, nell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea. L’offensiva di terra dei russi sembra comunque ancora in stallo e dietro le apertura di Mosca al dialogo ci sarebbero proprio le difficoltà impreviste incontrate sul campo e le perdite subite. Sempre in queste ultime ore la Russia ha annunciato che ci potrebbero essere delle conseguenze per chi fornisce armi all’Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)

Guerra in Ucraina, la Russia pensa a delle conseguenze per i Paesi che inviano armi agli ucraini

Lo scontro tra Russia e Ucraina prosegue senza sosta. Il Ministero degli Esteri della Russia ha fatto sapere che i paesi che invieranno armi o volontari in Ucraina subiranno delle conseguenze. Si tratta di un avvertimento per quei paesi che mirano a fornire aiuti militari all’Ucraina per combattere la guerra contro la Federazione. Inoltre, il Cremlino ha ammesso di essere al lavoro per dare una rapida risposta alle sanzioni occidentali: «La reazione della Russia sarà rapida, ponderata e avvertita nelle aree sensibili per coloro a cui si rivolge». Sanzioni verso cui la Cina, tramite il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijan, ha espresso forte opposizione: «Non hanno fondamento nel diritto internazionale, provocheranno solo serie difficoltà all’economia e al sostentamento dei paesi interessati e aggraveranno ulteriormente la divisione e lo scontro». (Continua a leggere)

Il discorso di Putin

Uno stadio stracolmo di persone ha accolto a Mosca il presidente russo Vladimir Putin che ha festeggiato, in presenza, l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea: «Sono gli abitanti della Crimea che hanno fatto la scelta giusta, hanno messo un ostacolo al nazionalismo e al nazismo, che continua ad esserci nel Donbass, con operazioni punitive di quella popolazione. Sono stati vittime di attacchi aerei ed è questo che noi chiamiamo genocidio. Evitarlo è l’obiettivo della nostra operazione militare». Poi ha concluso il suo discorso con una citazione biblica: «Non c’è amore più grande che donare l’anima per gli amici».

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