
Il disastro del Boeing 787 Dreamliner della Air India, precipitato il 12 giugno 2025, ha lasciato dietro di sé una scia di dolore e interrogativi. 241 le vittime tra passeggeri e membri dell’equipaggio, più 19 persone uccise a terra, in uno degli incidenti aerei più gravi degli ultimi anni. Unico sopravvissuto: un passeggero miracolosamente scampato alla morte. Mentre le indagini restano aperte, emergono inquietanti dettagli sul pilota Sumeet Sabharwal.
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Il disastro del Dreamliner: 241 vittime e un solo sopravvissuto
Era un volo di linea come tanti, quello decollato il 12 giugno 2025 con a bordo 241 persone, diretto verso l’Europa. Ma il Boeing 787 della Air India non arriverà mai a destinazione: precipita in circostanze ancora poco chiare, schiantandosi al suolo e provocando anche 19 vittime tra i civili a terra. Solo una persona è sopravvissuta all’impatto, in condizioni considerate miracolose dagli stessi soccorritori.
Il velivolo era affidato al capitano Sumeet Sabharwal, 56 anni, veterano dell’aviazione con oltre 8mila ore di volo alle spalle. Il suo nome, oggi, è al centro delle indagini internazionali: si scava nella sua storia personale e professionale per cercare risposte. Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno la più inquietante: un possibile gesto volontario.

Il profilo del comandante Sabharwal: veterano vicino alla pensione
Sumeet Sabharwal, secondo fonti interne alla compagnia citate da The Daily Mail, era un professionista di lungo corso, con una carriera solida ma segnata da recenti fragilità emotive. A pochi mesi dal pensionamento, il capitano aveva già manifestato l’intenzione di ritirarsi anticipatamente, forse per restare accanto al padre 90enne, rimasto solo dopo la morte della moglie.
Secondo Mohan Ranganathan, esperto indiano di aviazione, Sabharwal aveva già preso lunghe pause dal lavoro negli ultimi anni, ufficialmente per motivi di salute. Intervistato dal Daily Telegraph, Ranganathan ha dichiarato: «Si era allontanato dal volo negli ultimi tre o quattro anni, motivandolo come ferie per malattia», lasciando intendere che potesse trattarsi in realtà di disagi psicologici legati al lutto familiare.
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