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Benzina, attenzione ai prezzi esposti: il “trucchetto” alla pompa

 Benzina attenzione ai prezzi esposti

Social. Benzina, attenzione ai prezzi esposti: il “trucchetto” alla pompa . Uno dei temi caldi del nuovo Governo Meloni è proprio il costo della benzina. Per spostarci purtroppo tutti noi siamo obbligati a fermarci dal benzinaio per ricaricare le nostre automobili. Fare un pieno in questi giorni è un lusso che non tutti si possono permettere e mentre il Governo pensa ad una soluzione, molti cittadini rischiano di subire una piccola “truffa” mentre fanno rifornimento. Vediamo nel dettaglio che cosa sta accadendo. (Continua a leggere dopo la foto)

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Benzina, attenzione ai prezzi esposti: il “trucchetto” alla pompa

Il costo della benzina preoccupa il nuovo Governo Meloni, che per questo ha deciso di obbligare gli esercenti a comunicare il prezzo di vendita praticato, esponendolo insieme al prezzo medio giornaliero nazionale calcolato e pubblicato dal Ministero delle imprese. Rafforzate anche le sanzioni amministrative in caso di violazioni. Già l’anno scorso, come riportato dal Corriere della Sera e ripreso da Libero, la Guardia di Finanza ha accertato ben 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. In circa 700 casi le infrazioni erano relative proprio alla mancata esposizione o alla difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati. Nello specifico alcuni distributori usavano un trucchetto banale per “truffare” il cliente, ovvero il pieno effettuato a una pompa self veniva fatto pagare come un servito. Si tratta insomma di un escamotage che sfrutta la distrazione degli automobilisti a cui sfugge la mancata corrispondenza tra i prezzi esposti e applicati. Proprio per questo, Giorgetti, già prima di Natale, ha chiesto alla Guardia di Finanza di intensificare i controlli alle stazioni di servizio. (Continua a leggere dopo la foto)

Scontro sulle accise tra FdI, Lega e Forza Italia

Lo stop al congelamento delle accise sui carburanti ha innescato un forte aumento dei prezzi ai distributori. È la conseguenza della decisione del governo Meloni, che nell’impianto della manovra ha dirottato i miliardi dello scudo contro il caro carburanti verso misure a sostegno della crescita e di altri sostegni contro la povertà. Davanti al boom dei prezzi e al malcontento esploso tra cittadini e imprese, il partito di Berlusconi ha deciso di partire in contropiede. Come riportato dal Corriere della Sera, Giorgia Meloni, nel mezzo del Consiglio dei Ministri, ha ammonito la squadra: “L’opposizione ci attacca ed è normale, ma mi fa infuriare che anche nella maggioranza ci sia chi va in tv a dire che bisogna tagliare le accise. Questo non è accettabile”.

Forza Italia è convinta che il problema non sia causato dall’avidità dei concessionari ma dalle accise, il cui taglio, appunto, non è stato prorogato in manovra. La Lega, invece, ha puntato tutto sulla misura che prevede controlli e multe nell’ambito della filiera dei carburanti. Il Governo, dice il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, punta a “intervenire sulle società concessionarie e soprattutto su chi gestisce i caselli e le pompe di benzina sulle autostrade, per tenere sotto controllo i prezzi, perché andare a lavorare non può e non deve essere un lusso”.

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