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Garlasco, l’avvocato dei Poggi ribalta tutto: “Nessun nuovo Dna, ecco perché”

Chiara Poggi Assassino

Nuovi sviluppi scuotono l’indagine sul delitto di Garlasco, a 18 anni dalla morte di Chiara Poggi. Una traccia di DNA maschile sconosciuta sarebbe stata trovata su un tampone orale effettuato nel 2007 durante l’autopsia. Secondo alcune indiscrezioni, non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, unico condannato, né ad Andrea Sempio, oggi indagato. Ma il legale della famiglia della vittima parla di notizia “priva di fondamento”. Ecco cosa sta accadendo.

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Un DNA maschile ignoto riapre i dubbi sul delitto

Un DNA maschile sconosciuto è stato isolato da un tamponamento orale eseguito sul corpo di Chiara Poggi durante l’autopsia effettuata nel 2007. La notizia arriva nel pieno dell’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, in seguito alla riapertura del caso da parte della procura locale. L’analisi, affidata alla Polizia Scientifica, avrebbe evidenziato la presenza del cromosoma Y, indicativo di un soggetto di sesso maschile, che non coincide né con Alberto Stasi, condannato in via definitiva, né con Andrea Sempio, nuovo indagato e amico della famiglia Poggi.

Secondo l’ipotesi investigativa, questa terza figura maschile potrebbe essere stata presente sulla scena del crimine la mattina del 13 agosto 2007, data dell’omicidio. Ma sulla validità e rilevanza di questa traccia genetica si è subito aperto un duro confronto tra le parti.

Il legale della famiglia Poggi: “Notizia priva di riscontri”

A contrastare le indiscrezioni è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, che ha dichiarato con fermezza: “Non ci sono DNA di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara”, riporta Libero Quotidiano.

Tizzoni ha parlato di una ricostruzione infondata, che rischia di inquinare il dibattito pubblico intorno a una verità processuale già definita. “È un dato che, per quanto possiamo sapere, è totalmente destituito da qualsiasi fondamento. Ancora una volta si prospettano ipotesi infondate, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata”, ha ribadito.

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