
Quasi vent’anni dopo il delitto di Garlasco, il caso di Chiara Poggi torna al centro dell’attenzione nazionale. Nel luglio 2025, un aggiornamento dagli inquirenti di Pavia ha evidenziato il ritrovamento di una nuova traccia di DNA maschile nella bocca della vittima, raccolta tramite tampone durante l’autopsia ma mai analizzata fino ad oggi. Questo profilo genetico non appartiene né ad Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, amico della giovane in passato oggetto di ipotesi investigative. Il nuovo elemento apre scenari inesplorati e alimenta l’ipotesi di una terza presenza sulla scena del crimine.
Leggi anche: Garlasco, la verità sul Dna del terzo uomo: cosa si scopre
Leggi anche: Garlasco, l’avvocato dei Poggi ribalta tutto: “Nessun nuovo Dna, ecco perché”

Riapertura delle indagini: il ruolo della Procura e dei periti
La Procura di Pavia ha disposto l’esame di materiale biologico precedentemente archiviato, avvalendosi di un team di esperti incaricati dal giudice. Il profilo genetico sconosciuto rilevato potrebbe rappresentare una svolta nell’inchiesta, rilanciando le verifiche su quanto accaduto il 13 agosto 2007. L’emergere di questa prova ha suscitato nuovo interesse mediatico e sollevato interrogativi sull’effettiva ricostruzione dei fatti.

Intervento del Garante: tutela della dignità e blocco del video
A seguito delle recenti evoluzioni, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha disposto il blocco immediato della diffusione online di un video contenente immagini riservate, relative alla scena del crimine e all’autopsia di Chiara Poggi. Il filmato, caricato su siti dietro pagamento, rappresenta secondo l’Autorità una “violazione gravissima della dignità” della vittima e dei familiari. La nota ufficiale del Garante sottolinea che la pubblicazione di simili contenuti viola le normative sulla privacy e i principi fondamentali del giornalismo.
L’Autorità invita inoltre tutti i soggetti coinvolti, compresi i mezzi di informazione, a non divulgare tali immagini: “Chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, è invitato ad astenersi dalla loro diffusione che – anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima – lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari”, si legge nella nota ufficiale. Il Garante si riserva di adottare ulteriori provvedimenti, tra cui sanzioni nei confronti di chi dovesse contravvenire a queste disposizioni.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva