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Infermiera soccorre la vittima di un incidente: dopo fa una terribile scoperta

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Social. Canada, infermiera soccorre la vittima di un incidente: era sua figlia. Cerca di rianimare una ragazza in un brutto incidente e poi scopre che è la figlia. Jayme Erickson, paramedico canadese, ha prestato soccorso in un brutto incidente non avendo idea di chi fossero le vittime. La donna si è concentrata su una ragazza, in condizioni molto gravi, che ha provato a rianimare ma senza successo. La giovane era ferita così gravemente da non essere riconoscibile e solo dopo l’infermiera ha fatto una scoperta assurda che l’ha completamente gettata nello sconforto più assoluto. (Continua a leggere dopo la foto)

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Canada, infermiera soccorre la vittima di un incidente: era sua figlia

La storia che stiamo per raccontarvi sembra la trama perfetta per un film, eppure è avvenuta in Canada. Come riportato da Repubblica, un’infermiera arriva con l’ambulanza sul luogo di un tremendo incidente stradale. Per mezz’ora lotta per estrarre una ragazza dall’auto che è stata investita da un camion. La giovane è in fin di vita e sfigurata dalle ferite e dal trauma che ha riportato al volto. Quando un elicottero la porta via verso il più vicino ospedale, l’infermiera è consapevole che difficilmente la vittima dello scontro si salverà. Una volta arrivata a casa, la donna racconta la storia al marito esclamando: “Penso con dolore ai familiari che perderanno una figlia”. Poi suonano alla porta. È la polizia. Le comunicano che la ragazza a cui poco prima ha prestato soccorso è sua figlia, chiedendole l’autorizzazione a toglierle il supporto che la tiene artificialmente in vita. Poco dopo, Montana Erickson di 17 anni è morta a seguito del terribile incidente. (Continua a leggere dopo la foto)

Le parole della donna

Come riportato dal Guardian di Londra, l’infermiera Jayme Erickson ha dichiarato: “Il paziente in condizioni disperate a cui avevo dato soccorso era carne della mia carne e sangue del mio sangue. La mia unica bambina. La mia mini me. Mia figlia. Mi sento distrutta. Mi manca un pezzo di me stessa. Ma mia figlia era una combattente e ha combattuto fino all’ultimo istante di vita. Era bella e generosa”. Montana era una donatrice di organi e grazie a lei due persone si sono salvate: “Siamo felici che la nostra bambina continui a vivere attraverso altri e che in questa tragedia abbia fatto del bene al prossimo. Siamo orgogliosi di lei. Ma ci mancherà. Ci mancherà molto”.

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