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Liliana Resinovich, parla il tecnico Molinari: “La verità sulla vertebra”

Una verità scomoda, una querela e una vertebra fratturata. Il giallo sulla morte di Liliana Resinovich si arricchisce di nuovi elementi, con al centro una dichiarazione che ora rischia di costare cara a uno dei protagonisti dell’autopsia. Un colpo di scena che ribalta nuovamente le ipotesi sull’origine della lesione toracica della 63enne scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022.

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Il tecnico Molinari: “Sono stato io, ma non per colpa”

Giacomo Molinari, tecnico di sala settoria, aveva confessato alla Procura il sospetto di aver provocato involontariamente la frattura alla vertebra toracica T2 di Liliana durante la movimentazione del corpo per l’autopsia. Una manovra delicata, avvenuta – come lui stesso ha dichiarato – fuori dall’orario di lavoro, su nomina del medico legale incaricato dalla Procura, e in un luogo non usuale per simili operazioni: la sala obitoriale di via Costalunga e non quella di Cattinara.

Una spiegazione che sembrava chiudere una piccola parte del mistero, ma che invece ha innescato un’altra bomba giudiziaria: il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha sporto querela per falso ideologico contro il tecnico. “Non sono manovrato da nessuno”, ha replicato Molinari al Piccolo, “ho solo detto la verità. La mia intenzione era aiutare, non coprire”.

Gli esperti: “Frattura avvenuta in vita”

A complicare tutto, però, è l’ultima perizia firmata dai professori Vittorio Fineschi e Stefano D’Errico, su richiesta dell’avvocato Nicodemo Gentile, che difende la famiglia Resinovich. Secondo i due specialisti, la frattura alla vertebra sarebbe avvenuta quando Liliana era ancora viva, smontando completamente la versione fornita da Molinari e aprendo nuovi scenari sulle cause della morte.

Un punto che solleva domande gravi: è stato un omicidio? La risposta potrebbe arrivare da un’altra figura chiave del caso, la Dottoressa Cristina Cattaneo. La sua perizia ha parlato chiaro: Liliana non si è suicidata, come si era ipotizzato all’inizio. È morta per mano di terzi. Di conseguenza, la Procura ha iscritto formalmente tra gli indagati il marito, Sebastiano Visintin, rimasto finora ai margini dell’inchiesta.

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