
È uno dei casi più discussi e oscuri della cronaca italiana recente. La scomparsa e la morte di Liliana Resinovich, avvenuta a Trieste nel dicembre 2021, continua a generare interrogativi senza risposta. Da tre anni familiari, investigatori e giornalisti cercano di fare luce su un enigma che sembra non voler cedere. La donna, 63 anni, scomparve nel nulla per essere poi ritrovata venti giorni dopo, senza vita, all’interno del parco dell’ex ospedale psichiatrico, chiusa in due sacchi neri e con il volto coperto da buste di plastica. Un ritrovamento sconcertante, su cui da allora si concentrano ipotesi e sospetti. La puntata di Chi l’ha visto? andata in onda su Rai 3 mercoledì 30 aprile ha rilanciato l’interesse mediatico sul caso, grazie alla diffusione di un filmato inedito che potrebbe rappresentare una svolta significativa. Un nuovo tassello si aggiunge così al mosaico di misteri che circonda questa vicenda. (Continua dopo le foto)
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Un filmato inedito e un volto da identificare
Nel servizio trasmesso dal programma condotto da Federica Sciarelli, le telecamere di sorveglianza mostrano un uomo con una coppola aggirarsi nei pressi del parco pochi giorni prima del ritrovamento del corpo di Liliana. La figura appare furtiva e poco riconoscibile, ma sufficiente a riaccendere i sospetti. Chi è quell’uomo? È solo un passante o ha un legame diretto con l’accaduto? La domanda più delicata è se quella figura sia riconducibile a Sebastiano Visintin, marito di Liliana e finora unico indagato per omicidio. “Ci chiediamo chi sia – ha detto in trasmissione una fonte investigativa – e se possa essere collegato al momento della scomparsa”. L’identificazione dell’uomo è ora al centro delle nuove indagini, con analisi tecniche in corso per confrontare il video con le immagini note di Visintin. (Continua dopo le foto)
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Nuovi esperti nella squadra di difesa di Visintin
Nel frattempo, Sebastiano Visintin ha deciso di rafforzare la propria difesa, coinvolgendo due figure di rilievo nel panorama delle scienze forensi. Il primo è Michele Vitiello, ingegnere informatico forense che ha lavorato su casi mediatici complessi come quello di Emanuela Orlandi, Denise Pipitone e la strage del Mottarone. A lui è stato affidato il compito di analizzare in modo approfondito i dispositivi elettronici di Visintin, tra cui telefoni e una GoPro già sequestrata durante le prime fasi delle indagini. La seconda consulente è Noemi Procopio, docente universitaria di scienze forensi in Inghilterra. La professoressa aveva già eseguito studi sul microbiota del corpo di Liliana, con l’obiettivo di datare con precisione l’ora del decesso. Ora entra ufficialmente nel team difensivo, ampliando l’approccio scientifico del marito indagato.
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