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Napoli, cosa succede se esplode il Vesuvio: scatta il piano

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SOCIAL. Il Vesuvio, uno dei vulcani più famosi al mondo, è una presenza costante nell’area di Napoli. Sebbene gli esperti non abbiano rilevato segnali di un’eruzione imminente, la recente attività sismica nei Campi Flegrei ha aumentato le preoccupazioni.

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Il Vesuvio e il rischio di eruzione

Il Vesuvio è noto per la sua storia di eruzioni esplosive e catastrofiche. Nonostante al momento non ci siano segnali evidenti di un’imminente eruzione, i vulcanologi sono consapevoli che il Vesuvio è un supervulcano attivo che erutterà prima o poi. L’ultima eruzione significativa risale al 1944, e da allora l’area ha vissuto un periodo di quiescenza apparente. Tuttavia, l’attività sismica recente nei Campi Flegrei, inclusa una scossa di notevole intensità, ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di un futuro risveglio vulcanico.

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La zona rossa e la zona gialla

Il piano di evacuazione della Protezione Civile è suddiviso in due zone principali: la zona rossa e la zona gialla. La zona rossa è quella a rischio maggiore, con circa 500.000 persone che vivono in questa area. Comprende comuni come Giuliano, Quarto, Marano, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e alcune aree di Napoli, tra cui Pianura, Bagnoli, Posillipo, Fuorigrotta, Chiaia, Soccavo, e parti di Vomero, Arenella, Chiaiano. Questa zona è più a rischio di essere interessata da colate piroclastiche, flussi di materiale magmatico e gas ad altissime temperature.

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La zona gialla è abitata da circa 800.000 persone, con 24 quartieri di Napoli e comuni limitrofi come Villaricca, Marano di Napoli, Calvizzano, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore. Qui, il principale pericolo è rappresentato dalla caduta di ceneri vulcaniche.

Il sistema di allerta

Il Dipartimento della Protezione Civile ha definito un sistema di allerta che prevede quattro livelli: verde, giallo (“attenzione”), arancione (“pre-allarme”) e rosso (“allarme”). Il livello di allerta può cambiare in base ai dati forniti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che monitora il Vesuvio in tempo reale. Quando il sistema di allerta raggiunge il livello rosso, scatta l’evacuazione.

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Il Piano di evacuazione

Il piano di evacuazione prevede due opzioni per i cittadini: il trasporto assistito organizzato dalla Protezione Civile o il trasporto con mezzi propri. Coloro che scelgono il trasporto assistito verranno portati in aree di attesa designate, da cui saranno trasferiti in Regioni e Province Autonome gemellate tramite nave, treno o pullman. Le persone che preferiscono spostarsi con mezzi propri dovranno seguire i percorsi e la segnaletica stabiliti dal piano di evacuazione.

In caso di eruzione imminente, la Protezione Civile stima un periodo di 72 ore per completare l’evacuazione. Le prime 12 ore permettono alle persone di prepararsi a lasciare l’area, mentre le successive 48 ore sono dedicate alla partenza graduale della popolazione dalle zone rosse. Le ultime 12 ore fungono da margine di sicurezza per gestire eventuali criticità e consentire l’allontanamento degli operatori della protezione civile.

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