
La Basilica di Santa Maria Maggiore: simbolo della devozione mariana di Papa Francesco
Chi ha seguito Papa Francesco nel corso del suo pontificato, sa bene quanto la figura della Vergine Maria sia centrale nella sua spiritualità. Non è un caso che la prima tappa di ogni suo viaggio – e anche l’ultima, al rientro – sia proprio la Basilica di Santa Maria Maggiore, situata sul colle Esquilino, a pochi passi dal cuore pulsante di Roma.
Lì, il Papa si inginocchia in silenzio davanti all’immagine della Salus Populi Romani, con lo sguardo assorto e l’espressione di chi confida ogni cosa a una madre. “La Madonna non è una postina,” ha detto una volta con il suo stile inconfondibile, “ma una presenza che accompagna.” Un gesto ripetuto con coerenza, al punto che oggi nessuno si stupisce più nel vederlo varcare, senza clamore, le porte della basilica anche in momenti non annunciati.
La sua decisione di voler essere sepolto proprio lì non è solo una dichiarazione di fede, ma anche una testimonianza di continuità. Come a voler dire: qui ho iniziato, qui concludo, tra le braccia di colei che ha vegliato su tutto. Tuttavia, c’è qualcosa in più. Un dettaglio storico, forse dimenticato, che oggi torna a farsi strada, risvegliando l’eco di un prodigio antico. (Continua a leggere dopo la foto…)

Il miracolo della neve: l’origine soprannaturale della Basilica di Santa Maria Maggiore
Pochi conoscono fino in fondo l’origine leggendaria della basilica scelta da Papa Francesco. Eppure, dietro le sue colonne maestose e gli affreschi secolari, si cela una storia che ha il sapore del miracolo. Siamo nel 352 d.C., sotto il pontificato di Papa Liberio. Secondo la tradizione, la Vergine Maria apparve in sogno sia al Papa che a un patrizio romano di nome Giovanni, chiedendo che venisse costruita una chiesa in suo onore. Ma come riconoscere il luogo esatto?
La risposta arrivò con un segno incredibile: una nevicata nel cuore dell’estate. Il 5 agosto, Roma si svegliò con una coltre di neve sul colle Esquilino, un evento ritenuto allora meteorologicamente inspiegabile. Papa Liberio tracciò sulla neve il perimetro della futura chiesa, e lì sorse la basilica che oggi conosciamo.
Ancora oggi, ogni anno, quel miracolo viene ricordato con una celebrazione suggestiva: durante la Messa del 5 agosto, petali bianchi cadono dal soffitto della basilica, evocando la neve miracolosa. Non è difficile immaginare come questa storia abbia toccato il cuore di Papa Francesco, che ha voluto unirsi, anche nella morte, a questo racconto di fede e prodigio.