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Pensioni minime, l’annuncio di Durigon: cosa succede ora

Ci ha pensato Claudio Durigon ad annunciare la brutta notizia: è saltato l’aumento delle pensioni minime fino a 600 euro. L’incremento era una proposta di Forza Italia che era passata durante il vertice di Palazzo Chigi sulla manovra. Il sottosegretario al Lavoro ha spiegato che adesso i pensionati che ricevono il trattamento minimo non potranno contare su un importo pari a 600 euro. Come mai? Intanto fortunatamente un aumento della pensione minima è già stato approvato dal Governo Meloni.

Pensioni minime 600 euro, quando succederà: l’annuncio di Durigon

Claudio Durigon ha annunciato che la proposta di Forza Italia non è andata a buon fine. Il motivo? Non ci sono fondi a sufficienza nell’immediato, l’obiettivo sarà raggiunto “nel corso della legislatura”, riporta l’Ansa. Il problema è di risorse, come per la proroga del Superbonus 110% al 31 dicembre e lo sblocco dei crediti nel Dl Aiuti quater. La mediazione proposta partirebbe dall’idea di premiare solo alcune categorie di over 70, tuttavia per il momento non potrà essere applicata. Se n’è lamentato Forza Italia, che in campagna elettorale aveva addirittura proposto di alzare la pensione minima a 1000 euro. “Non si può dire una cosa durante la riunione di maggioranza e un’altra fuori”.

Il sottosegretario leghista ci ha comunque tenuto a precisare che un passo in avanti che riguarda il trattamento minimo è già stato fatto. “Comunque si comincia già a dare un segnale importante portando le pensioni minime a 570 euro al mese”, ha aggiunto Durigon. “Verremo incontro alle parti sociali per arrivare a una riforma totale, complessiva e unica dal 2024“.

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Da dove il Governo prende i soldi per l’aumento delle pensioni?

“L’obiettivo del governo di centrodestra è recuperare una parte dei soldi che non sono stati incassati dalle cartelle esattoriali”, ha spiegato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ad Omnibus su La7. “Non possiamo permetterci di perderli del tutto come hanno fatto i precedenti Governi che, accumulandoli, hanno fatto prosperare l’evasione. Se, finora, non siamo riusciti a recuperare neanche una parte dei 1.100 miliardi che lo Stato deve ancora incassare, vuol dire che c’è un problema e noi lo vogliamo affrontare. I pagamenti elettronici poi rappresentano un naturale progresso tecnologico ed un passaggio necessario verso un’abitudine diversa ma in Italia non vivono tutti nelle grandi città e c’è un tasso di anzianità elevato, quindi dobbiamo agire in maniera graduale”. Gasparri ha spiegato che il Governo ha l’intenzione di abbassare le commissioni sui pagamenti elettronici che “si aggirano tra l’1 e il 2%, un costo troppo elevato per i commercianti che già devono affrontare diverse spese”.

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