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Pensioni, arriva la rivalutazione del trattamento minimo: di quanto è l’aumento

Pensione, come cambia il trattamento minimo 2022?

Novità per chi percepisce la pensione: aumento previsto per il trattamento minimo 2022. Come cambiano gli importi? Tra le varie misure della manovra di bilancio annunciate dai partiti che compongono il Governo c’è l’innalzamento delle pensioni minime. Siamo ben lontani dai 1.000 euro promessi da Silvio Berlusconi e poi anche da Giorgia Meloni durante la campagna elettorale. Si tratterà comunque di un importo maggiore rispetto ad ora, anche se non tutti i pensionati potranno contare su soldi in più in busta paga.

Pensione trattamento minimo 2022

Pensione, cresce il trattamento minimo 2022

L’idea della maggioranza è quella di arrivare ad alzare i trattamenti al minimo fino a quota 600 euro. Almeno per una fascia selezionata, più anziana e meno abbiente, di pensionati al minimo. Quale sarà il nuovo valore dell’importo della pensione minima? Si parla di un aumento da 523 a 570 euro al mese, secondo quanto riporta Il Messaggero. Un incremento di appena 50 euro che costerà 210 milioni in più nelle spese per le pensioni il prossimo anno. Questo però sarà solo il primo passo: il Governo punta ancora ai famosi mille euro per le pensioni minime. 

I soldi messi in ballo per le modifiche della legge di Bilancio non permettono al momento di garantire un aumento per tutti i pensionati. Dunque, l’idea che si fa strada è quella di concedere un ulteriore aumento almeno ai pensionati over 70 con un Isee di basso livello. Una soluzione che, dai primi calcoli, sarebbe compatibile con i saldi complessivi dell’intervento previdenziale. Ma è ancora tutti da vedere.

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Chi avrà un aumento della pensione: come funziona la rivalutazione

Il Governo di centrodestra ha cambiato lo scherma che aveva portato avanti Mario Draghi per la rivalutazione delle pensioni. In sostanza, gli aumenti andranno in proporzione ai redditi: chiunque prenda più di 1.700 euro netti di pensione avrà assegni che subiranno un aumento inconsistente. Dopotutto 70mila euro all’anno è una ricca pensione e chi la percepisce non dovrebbe aver bisogno di ulteriori benefici.

Non la pensano così i sindacati che ci tengono a sottolineare che lo stato usa gli anziani come “bancomat” (lo ha detto Ivan Pedretti, segretario di Spi-Cgil). Ci saranno ben 4,3 milioni di pensionati che avranno una pensione relativamente più bassa e non adeguata al costo della vita. Tutto per la scelta del Governo di risparmiare 2,1 miliardi di euro sul capitolo pensioni, invece di aumentare, ad esempio, le tasse sugli extra profitti delle aziende, come consigliato dalle varie sigle sindacali.

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