
Una vacanza al mare si è trasformata in tragedia per la famiglia Boni, arrivata da pochi giorni al campeggio di Montalto di Castro. Riccardo, 17 anni, è morto sepolto dalla sabbia mentre scavava una buca profonda oltre un metro e mezzo. Il fenomeno, noto come sand entrapment, è più diffuso di quanto si pensi e miete più vittime degli squali, secondo gli studi. Ecco cosa è successo davvero e perché non si può più ignorare questo pericolo.
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Il dramma a Montalto: Riccardo sepolto vivo nella sabbia
Riccardo Boni, 17 anni, era in vacanza con la sua famiglia – padre, madre e tre fratelli – da appena due giorni al campeggio California di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Giovedì pomeriggio, 10 luglio, stava giocando sulla spiaggia, intento a scavare una buca nella sabbia. Un passatempo comune, innocente solo in apparenza. Secondo quanto ricostruito, il ragazzo stava tentando di realizzare un tunnel sul fondo di una fossa profonda oltre un metro e mezzo, quando le pareti di sabbia sono collassate improvvisamente, seppellendolo del tutto.
Quando i soccorritori sono intervenuti, il ragazzo era già privo di sensi. Il corpo di Riccardo è stato estratto sotto gli occhi attoniti dei familiari e dei bagnanti, ma per lui non c’è stato nulla da fare. A rendere ancora più amara la tragedia è la consapevolezza che non si tratta di un caso isolato, ma di un pericolo concreto, spesso sottovalutato anche dagli adulti.

Sand entrapment: più morti delle aggressioni degli squali
Negli Stati Uniti, il fenomeno è noto con un nome preciso: sand entrapment, ovvero intrappolamento da sabbia. Secondo uno studio pubblicato nel 2007 dai ricercatori Bradley e Barry Maron, nel periodo compreso tra il 1990 e il 2006 si sono registrate 16 morti per collasso di buche scavate sulla spiaggia, contro 12 decessi per attacchi di squali. Un dato sorprendente, che mette in luce quanto scavare buche profonde sia molto più pericoloso di quanto si immagini.
Il dottor Bradley Maron, della Harvard Medical School, ha spiegato a NBC News: «Normalmente le vittime vengono sepolte completamente dalla sabbia nel momento in cui le pareti della buca collassano inaspettatamente, lasciando praticamente nessun segno della vittima o della buca stessa». Un meccanismo subdolo, che lascia poco scampo e spesso impedisce anche ai presenti di intervenire tempestivamente.
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