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Si alzano i jet da Sigonella, cosa sta succedendo

Strategia e precedenti: la risposta italiana e il ruolo della NATO

Il controllo costante delle attività navali russe nel Mediterraneo è una componente chiave della strategia di sicurezza della NATO. Negli ultimi mesi, l’Alleanza Atlantica ha incrementato la propria presenza navale e aerea nell’area, nel tentativo di contenere il crescente attivismo di Mosca e garantire la stabilità della regione. Negli ultimi anni, le operazioni russe nel Mediterraneo centrale ed orientale hanno registrato un netto incremento sia in termini di frequenza sia di complessità. Oltre alle esercitazioni, si sono moltiplicate le missioni operative che vedono coinvolti sottomarini, fregate, navi di intelligence e rimorchiatori come l’MB-119, fondamentali per il supporto tecnico delle lunghe traversate. Tali missioni sono spesso caratterizzate da una notevole capacità di adattamento tattico e da una pianificazione articolata, che coinvolge più componenti della flotta russa.

Secondo dati raccolti dalle autorità militari, la presenza di navi russe nel Mediterraneo centrale è stata registrata in almeno quindici occasioni negli ultimi dodici mesi. In diversi casi, le unità russe hanno operato in prossimità di acque territoriali di paesi della NATO, senza però commettere infrazioni che potessero essere considerate provocazioni aperte. Le manovre sono comunque costantemente monitorate sia da mezzi navali sia da velivoli di pattugliamento marittimo. Il transito del Jakob Grebelsky nello Stretto di Sicilia viene interpretato dagli esperti come un segnale di presenza e di interesse strategico russo in aree storicamente sotto controllo occidentale. Questo tipo di attività, pur rientrando nei limiti del diritto internazionale, contribuisce ad alimentare la tensione e la competizione tra blocchi militari nell’area mediterranea.

La situazione resta in evoluzione

La situazione nel Mediterraneo resta in evoluzione, con una crescente attenzione rivolta alle prossime mosse della flotta russa. Se dovesse essere confermata la presenza del sottomarino Novorossiysk nelle acque prossime all’Italia o alla Grecia, si aggiungerebbe un ulteriore capitolo a una dinamica strategica sempre più complessa. Tale scenario sottolinea il ritorno del Mediterraneo come teatro di confronto tra Est e Ovest, in un contesto internazionale segnato da instabilità e nuovi equilibri di potere. Le autorità italiane e i partner della NATO continuano a monitorare con attenzione ogni movimento sospetto. Il rafforzamento dei dispositivi di sorveglianza, sia a livello nazionale che internazionale, rappresenta una risposta necessaria agli sviluppi in atto e conferma il ruolo centrale del Mediterraneo nella sicurezza europea e globale.

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