Meloni, Patriot e Samp-T: la riunione dei “Volenterosi”
Nel pomeriggio, Zelensky è atteso alla Nuvola dell’Eur, dove lo attendono la premier Giorgia Meloni e l’inviato speciale Kellogg, per una riunione cruciale con i cosiddetti “Volenterosi”. Si parla ancora di difesa aerea: in lingua americana, si traduce in Patriot, le batterie antimissile simbolo della protezione più avanzata. In italiano si legge Samp-T, i sistemi italo-francesi che l’Italia ha già messo a disposizione fin dall’inizio della guerra, alimentati dai missili Aster.
Il problema? Scarseggiano. L’Italia ne possiede appena cinque, e l’industria non riesce a produrre abbastanza munizioni per soddisfare le richieste dell’Ucraina. Eppure, qualcosa si muove: è pronto un dodicesimo pacchetto di aiuti militari, che potrebbe includere cinque nuovi radar targati Leonardo, progettati per ridare visibilità ai cieli ucraini devastati dai raid russi.
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L’Italia tra solidarietà e stanchezza
Zelensky lascia in fretta l’hotel. Al suo fianco, oltre alla first lady, il fidatissimo Andryi Yermak, suo consigliere. Le sirene si riaccendono, il corteo scompare nel traffico romano. Ma qualcosa resta. Un cameriere osserva la scena scuotendo la testa: «Ne ha fatti di disastri quello lì. Ma perché non vuole fermare la guerra?». La frase resta sospesa tra cinismo e stanchezza. È l’umore di chi da mesi assiste a una guerra che sembra infinita, anche da lontano.
Intanto Miriam Leone si è già dileguata. Un attimo di spaesamento, un’istantanea che finisce per raccontare più di mille parole. In quella hall blindata, tra una diva del cinema e un presidente in guerra, si incrociano mondi lontani, uniti solo da un istante imprevisto.