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“Non è l’arena”, Massimo Giletti sbotta contro il medico: “Quella è la porta”

Nella puntata di ieri, domenica 20 febbraio in onda su La7, Massimo Giletti ha perso la pazienza a Non è l’Arena. Il tema centrale del dibattito era il coronavirus. I toni si sono accesi quando gli ospiti del programma hanno iniziato a parlare di vaccino. Allora le due fazioni (Sì vax contro No vax) hanno iniziato la guerra. Lo studio era un caos tanto che Giletti ha dovuto usare parole forti per placare il dibattito.

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Non è l'arena Massimo Giletti

“Non è l’arena”, Massimo Giletti sbotta contro medico no vax Mariano Amici

I protagonisti dello scontro nello studio di Non è l’Arena erano Mariano Amici, medico di Medicina Generale di Ardea no vax, contro il medico pro vaccini Luca Telese. I due hanno iniziato un dibattito senza fine. Con due idee di partenza diverse ovviamente non hanno trovato un punto d’incontro. Il problema è che i due medici hanno alzato i toni, tanto che Giletti ha fatto il suo intervento.

“La fermo”, ha esordito il conduttore mentre Amici prosegue: “Adesso parlo io: o lei si comporta in maniera corretta o la porta è quella là. Non lo accetto, non accetto che lei alzi i toni”. Fulminea la risposta del medico no vax. “Va bene, ma io voglio poter rispondere senza essere interrotto”. Solo l’intervento di Giletti riesce a portare la calma nel talk show politico.

“Non è l’Arena”, Massimo Giletti perde le staffe in diretta Tv: caos in studio

non è l'arena green pass

Mariano Amici a “Non è l’arena”

Il dibattito tra si vax e no vax è ormai intramontabile a Non è l’Arena come in tanti altri talk show, politici e non. A far perdere la pazienza a coloro che sostengono i vaccini c’è Mariano Amici. Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha parlato di “terrorismo sanitario”, dichiarando che i tamponi “fanno ammalare”. Proprio a Non è l’Arena,poi, il medico aveva annunciato di aver fatto i tamponi ai kiwi, risultati positivi. Un esperimento per dimostrare la fallacità dei tamponi. Un’uscita che aveva scatenato la reazione di Massimo Galli. L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano aveva definito “una sciocchezza che non deve essere nemmeno presa in considerazione”.

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