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Roberto Bolle torna su Rai 1 e si racconta: il primo ballo, quante volte si allena e cosa fa alla fine di ogni spettacolo

Personaggi tv. Roberto Bolle, lo fa ogni volta che scende dal palco: “Veramente bello” – Per i suoi 50 anniRoberto Bolle ha deciso di fare le cose in grande. L’Étoile del Teatro alla Scala di Milano festeggia la Giornata Mondiale della Danza il 29 aprile, su Rai 1, con “Viva la danza”, uno show che celebra l’arte che lo ha reso famoso in tutto il mondo. (continua a leggere dopo le foto)

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Roberto Bolle svela cosa fa alla fine di ogni spettacolo: accade ogni volta che scende dal palco

In un’intervista a «Tv Sorrisi e Canzoni» Roberto Bolle si è raccontato e ha svelato tante curiosità. In primis l’artista ha confidato la nuova edizione di “Viva la danza” riserverà al pubblico tante sorprese: «Partiamo dal Teatro Filarmonico di Verona e viaggiamo per alcuni dei luoghi di arte e bellezza che rendono il nostro Paese unico. Ringrazio il Ministero della Cultura che ci ha permesso di creare questo connubio tra arte e danza». Com’è stato portare in Italia, per la prima volta, il balletto “Caravaggio” del coreografo Mauro Bigonzetti? «Un grande onore. L’ho ballato per la prima volta due anni fa a Buenos Aires, in Argentina. In quest’opera ho visto tanta italianità. Mi vedrete danzare alla mostra di Caravaggio allestita a Palazzo Barberini a Roma che raccoglie 24 dipinti del pittore». (continua a leggere dopo le foto)

Roberto Bolle torna su Rai 1 e si racconta

Quale è stato il primo balletto della sua vita? «“Il lago dei cigni”. Avevo 10 anni e frequentavo l’Accademia di Vercelli. Interpretavo un principino», ha raccontato l’artista. Roberto Bolle non ha mai avuto un piano B, ha concentrato tutte le sue energie nella danza: «I miei genitori mi hanno sempre sostenuto: papà aveva una piccola ditta di riparazioni di automobili a Trino Vercellese (VC) e mamma lo aiutava con la contabilità. Per loro non è stato facile lasciarmi andare a vivere a Milano, da solo a 12 anni, per frequentare la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Ma mi hanno sempre detto che avrei potuto tornare indietro, qualora lo avessi voluto».

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