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Gianluca Vialli, Luciano Moggi ricorda il “Campione”: “Era un uomo vero”

Gianluca Vialli Luciano Moggi

Social. Gianluca Vialli, Luciano Moggi ricorda il “Campione”: “Era un uomo vero”. Vialli è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, di ruolo attaccante. Tra i migliori centravanti degli anni 80 e 90 del XX secolo, rientra nella ristretta cerchia dei calciatori che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, unico fra gli attaccanti. Il “Campione” è venuto a mancare dopo una lunga malattia il 6 Gennaio 2022. Moggi ha deciso di prendere carta e penna e di dedicargli alcune parole. (Continua a leggere dopo la foto)

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Gianluca Vialli, Luciano Moggi ricorda il “Campione”: “Era un uomo vero”

Attraverso le pagine di Libero, Luciano Moggi ha deciso di ricordare Gianluca Vialli: “Non mi piace ma lo faccio. Parlo di Vialli oggi scomparso e voglio farlo descrivendo più il profilo umano di quello dell’atleta che d’altra parte tutti conoscono. In controtendenza di quanti, e sono tanti, dicono di averlo addirittura frequentato, ma solo per apparire oggi nei media con un ricordo. […] Vialli rappresenta la storia della Sampdoria e la rinascita della Juve, oltre che l’incarnazione del “Capitano”. Era un uomo vero, forte, grintoso, empatico e che ha costruito tutte le sue vittorie sudando, faticando sul campo, scherzando e rallegrando i compagni. Quale giocatore della Sampdoria, è riuscito a trasformare il sogno scudetto di tanti tifosi doriani in realtà. […] Nella Juventus Vialli aprì uno dei cicli più vincenti della società, diventando immortale per tutti i tifosi Juventini: nel 1995 alzò al cielo lo scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana e la stagione 1995/1996 culminò con la vittoria della Supercoppa Uefa e della tanto attesa “Coppa dei Campioni” dalle grandi orecchie”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un uomo oltre l’indescrivibile giocatore

Sempre attraverso le pagine di Libero, Luciano Moggi su Gianluca Vialli ha aggiunto: “[…] Il carattere con cui Gianluca affrontava gli avversari sul campo e sosteneva i proprio compagni lo ha messo anche nella battaglia contro la malattia, fino a che questa non ha preso il volto della morte. [….] Oltretutto, non faceva mai mancare qualche scherzetto nello spogliatoio, come quando versava dell’acqua nelle tasche delle giacche dei propri compagni, oppure quando mi telefonava e ridendo mi diceva: «Direttore mi deve restituire la libreria e le tende», in quanto avevo comprato la casa dove lui aveva abitato fino a che era rimasto a Torino ed io gli rispondevo scherzosamente che non glieli avrei restituiti. […] Oggi è davvero difficile dirgli addio, ma il suo ricordo vivrà per sempre. Ciao, Capitano. Sei stato un grande campione, sei entrato nella leggenda. Ma, oltre ogni cosa, sei stato un uomo vero”.

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