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Lady Diana, la verità sul drammatico incidente: nessuno lo ha mai saputo

Diana Spencer, principessa di Galles, conosciuta anche come Lady D è stata dal 1981 al 1996 consorte di Carlo, principe del Galles, erede al trono del Regno Unito. Con lui ebbe due figli: William (1982) ed Harry (1984). La donna è morta in un tragico incidente verificatori a Parigi il 31 agosto 1997. Le cause dell’incidente non furono mai del tutto chiarite, tanto che per molto tempo si è parlato di complotti e verità nascoste. Ora dal quel tragico giorno sono passati ben 25 anni e ora, in esclusiva per il settimanale Oggi, il medico che la soccorse quella notte ha raccontato i primi concitati minuti nel tunnel de l’Alma, a Parigi, quando la Principessa respirava ancora. (Continua a leggere dopo la foto)

Lady Diana, la verità sul drammatico incidente: nessuno lo ha mai saputo

In esclusiva per il settimanale Oggi, il medico che soccorse per primo la Lady Diana, Frederic Mailliez, ha raccontato i primi concitati minuti nel tunnel de l’Alma, a Parigi, quando la Principessa respirava ancora. A 25 anni dalla tragica scomparsa della Principessa del Galles, l’uomo ha descritto quei minuti fatali, che lo hanno visto protagonista per puro caso, in quanto non faceva parte della squadra di soccorso, ma si è trovato a passare per puro caso in quel momento: “Mi sono reso conto che ferma sulla corsia opposta c’era un’auto distrutta. Da quanto tempo era successo? Secondo la polizia, 30 secondi. Mi sono fermato, ho messo il lampeggiante sul tetto, sono sceso e sono corso dall’altra parte. Il guidatore era scivolato in avanti, quasi non lo vedevo. A fianco c’era un uomo dolorante. Dietro c’era una donna. Posizione verticale, ginocchia sul pavimento, appoggiata al sedile davanti. Era di profilo, girata verso l’interno dell’auto. Respirava. Sul sedile posteriore era disteso un uomo”. (Continua a leggere dopo la foto)

I primi soccorsi alla Principessa del Galles

Secondo la ricostruzione di Frederic Mailliez, per l’autista Henri Paul e per Dodi Al-Fayed non c’era nulla da fare. Così il dottore decise di concentrarsi su Lady Diana: “La testa era abbassata sul petto. Dovevo sollevarla, ho messo la mano sul collo, ho cominciato a spingere verso l’alto e a un certo punto ho avuto davanti lo splendore del suo volto integro, perfetto. Ho appoggiato la sinistra sulla nuca. Ho ancora nelle dita la sensazione di delicatezza di quei capelli morbidi, lucenti, curatissimi. Al momento in cui sono arrivato nel tunnel, paparazzi non ce n’erano. E quando sono arrivati non hanno mai intralciato il mio lavoro. Ho chiamato i soccorsi. Due in arresto cardiaco e due in condizioni gravi, ho detto. Non avevo defibrillatore, per l’autista e l’uomo sul sedile dietro non c’era nulla che potessi fare. Il passeggero davanti si lamentava, era cosciente, quindi poteva aspettare”. Nonostante respirasse ancora, poche ore dopo morì a causa delle gravi lesioni interne.

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