
“Se dovessi perdere coscienza, evitate l’accanimento terapeutico”. Questa è stata una delle richieste più esplicite e umane che Papa Francesco ha lasciato nei suoi ultimi mesi di vita, come raccontato da Sergio Alfieri, il chirurgo che lo ha assistito nei momenti cruciali al Policlinico Gemelli. Già nel 2021, il Papa aveva espresso chiaramente il desiderio di evitare qualsiasi forma di intubazione o prolungamento artificiale della vita. Questa volontà è stata ribadita durante il suo ultimo ricovero. Come sono stati gli ultimi momenti di Papa Francesco? (Continua dopo le foto)
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Bergoglio ha rinunciato all’accanimento terapeutico
“L’intubazione lo avrebbe aiutato a respirare”, ha spiegato Alfieri, “ma con i polmoni infettati sarebbe stato quasi impossibile estubarlo. Avremmo solo guadagnato qualche giorno, non la qualità della vita”. Durante questi delicati momenti, le decisioni erano guidate da Massimiliano Strappetti, l’infermiere che il Pontefice considerava “come un figlio”. Solo con il suo consenso, Francesco accettava i consigli medici: “Il medico di Papa Francesco è Jorge Bergoglio”, ripeteva spesso. Strappetti è stato al fianco del Papa giorno e notte, restando a Santa Marta e dormendo solo tre ore per notte. “Non so come abbia fatto”, ammette Alfieri, ricordando come Francesco abbia seguito con attenzione le indicazioni per il riposo, pur tornando presto al lavoro: “Tornare attivo era parte della terapia”. Anche la decisione di apparire tra la folla a Pasqua, il giorno prima della morte, è stata un gesto condiviso con Strappetti. (Continua dopo le foto)
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La richiesta di Papa Francesco al suo medico
Tra le ultime preoccupazioni del Papa c’erano i più deboli: gli embrioni abbandonati. A gennaio, aveva chiesto al suo medico di trovare una soluzione per permettere che fossero “dati in adozione e non utilizzati per la sperimentazione”. “Sono vita”, aveva affermato con decisione, “non possiamo permettere che vadano persi. Sarebbe omicidio”. Sebbene il progetto non sia stato realizzato, Alfieri promette di portarlo avanti. Negli ultimi giorni, Francesco sembrava consapevole del poco tempo rimasto. “Aveva chiesto di incontrare tutti i 70 operatori che lo avevano curato. Io gli avevo proposto di aspettare dopo Pasqua. Mi rispose secco: ‘Li incontro mercoledì’”. Un’urgenza che oggi assume il significato profondo di un commiato consapevole. Cos’è successo negli ultimi istanti di vita del Pontefice?
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