Raffaele Guariniello Mihajlovic. Subito dopo la morte di Sinisa Mihajlovic, scomparso qualche giorno fa dopo aver lottato a lungo contro la leucemia, è nata una disputa sulle cause della morte e su come fare per non alimentarle. C’è, come sempre, chi dà la colpa ai vaccini, soprattutto quelli anti-Covid. Nella disputa è intervenuto anche l’ex procuratore del Tribunale di Torino Raffaele Guariniello. Lui, invece, cerca di far luce su un altro problema. (Continua…)
Morte Sinisa Mihajlovic, interviene Raffaele Guariniello
Nel giro di pochi giorni, Sinisa Mihajlovic si è arreso alla leucemia e Gianluca Vialli è ricoverato in ospedale per un tumore. E ancora: anche l’ex calciatore Pelè lo scorso anno è stato operato per un tumore. Cosa succede? Perchè questa malattia è così diffusa e soprattutto in ambito sportivo? Dopo la morte di Sinisa Mihajlovic si è aperta una vera e propria disputa. Come sempre, c’è chi attribuisce la colpa di tutto ciò ai vaccini, in particolare quelli di anti-Covid. Al momento, però, non c’è alcuna attinenza.
Nella disputa è intervenuto anche Raffaele Guariniello, ex procuratore del Tribunale di Torino. Egli è noto per essere un paladino della lotta al doping. Le dichiarazioni rilasciate in un’intervista al Fatto Quotidiano faranno sicuramente discutere. (Continua dopo la foto…)
Nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, l’ex procuratore Raffaele Guariniello è intervenuto nella disputa nata dopo la morte di Sinisa Mihajlovic. Per lui il problema non sono i vaccini, bensì il doping e l’eccessivo utilizzo di farmaci in ambito sportivo. “Sa quanti processi per doping sono arrivati fino in Cassazione dal 2019 al 2022?” – chiede Guariniello – “Quattro, tre dei quali a livello di sport amatoriale. Significa che su questo tema siamo tornati indietro di 30 anni, a quando si faceva molto poco”. La soluzione a questo problema, secondo l’ex procuratore torinese, sarebbe “una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro e sul doping”.
Guariniello poi aggiunge: “La giustizia penale in tema di doping – e aggiungo in tema di sicurezza sul lavoro – non fa più paura a nessuno. Pochi processi, piccoli, locali. Un fenomeno così complesso va affrontato nel suo complesso e deve essere anche aggiornato. I nostri studi sulla Sla sono ormai datati”.
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