
Si alzano i jet da Sigonella, cosa sta succedendo – Negli ultimi giorni, un rimorchiatore della Marina russa, identificato come MB-119 “Jakob Grebelsky”, è stato individuato mentre attraversava lo Stretto di Sicilia in direzione est. Secondo le rilevazioni del portale Itamilradar, l’unità navale procedeva a una velocità stimata di circa 11 nodi. Il rimorchiatore è già noto nell’ambiente militare per aver scortato navi strategiche della flotta russa, tra cui sottomarini di classe Kilo, spesso impiegati in operazioni di sorveglianza e deterrenza.

Si alzano i jet da Sigonella, cosa sta succedendo
L’avvistamento non ha tardato a far scattare le misure di controllo delle autorità italiane. Un ATR P-72A appartenente all’Aeronautica Militare, con matricola MM62281, è decollato dalla base di Sigonella per seguire da vicino i movimenti del rimorchiatore russo. Il velivolo ha effettuato diverse orbite sopra la zona interessata, mantenendo la nave sotto osservazione continua e garantendo la sicurezza dello spazio marittimo nazionale. Fonti militari sottolineano che il pattugliamento aereo aveva finalità di prevenzione e dissuasione, e non sono state segnalate violazioni dello spazio marittimo o aereo italiano. Tuttavia, la presenza di una nave russa in prossimità delle coste italiane mantiene elevata l’attenzione, soprattutto in relazione al delicato contesto geopolitico attuale e all’aumento delle operazioni navali russe nel Mediterraneo.

Il pattugliamento aereo aveva finalità di prevenzione e dissuasione
Il rimorchiatore MB-119 era già stato osservato precedentemente nel mese di luglio mentre attraversava lo Stretto di Gibilterra insieme al sottomarino Novorossiysk della classe Kilo, rinomato per la sua capacità di operare in immersione silenziosa per lunghi periodi. Sebbene in questa circostanza la presenza concomitante del sottomarino non sia stata confermata, gli analisti militari ipotizzano la possibilità di una missione congiunta.
Sul piano strategico, questa rappresenta la seconda operazione di questo tipo nel giro di meno di dodici mesi. Già a dicembre 2024, un altro sottomarino russo aveva attraversato lo stesso tratto di mare, in seguito alla temporanea perdita di accesso della Russia alla base siriana di Tartus, cruciale per il sostegno logistico delle unità navali nel Mediterraneo orientale. La limitata autonomia delle unità russe, in assenza di un punto d’appoggio stabile, rende ogni missione più complessa e rischiosa dal punto di vista operativo. Anche in occasione dell’operazione di dicembre, l’Italia aveva reagito prontamente: un ATR P-72A era stato inviato dalla base di Sigonella per monitorare un convoglio navale russo a nord di Biserta, in Tunisia. La rotta delle navi suggeriva una destinazione verso est, probabilmente in direzione della Siria o delle acque antistanti il Libano.
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