Le ombre del passato: il ritorno del caso doping
Il Sun ha titolato con sarcasmo: “Da Sinner a Vincitore”, alludendo alla squalifica per doping di 3 mesi subita dall’azzurro dopo la positività al Clostebol riscontrata a inizio stagione. Una sanzione già scontata, ma che per alcuni giornalisti continua a gettare ombre sulla figura del campione.
Ancora più diretto il Telegraph, che ha scritto: “Celebrare due campioni squalificati per doping è difficile da digerire”, riferendosi anche a Iga Swiatek, squalificata nel 2024. Il quotidiano riconosce la “brillantezza” di Sinner, ma insinua che il titolo vinto a Londra “porta con sé un asterisco”, lasciando intendere che la vicenda legale non sia del tutto chiusa, nonostante la sanzione comminata e già scontata.
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Le polemiche continuano, ma il trionfo resta storico
Anche il post di Nick Kyrgios, che ironizza sulla vittoria di Sinner con richiami alla Formula 1 e ai controlli post-gara, ha alimentato la discussione. Tuttavia, la verità processuale è chiara: il caso Clostebol è stato valutato, giudicato e chiuso con una pena proporzionata. L’atleta ha pagato, e la sua impresa sportiva merita il riconoscimento dovuto.
Sinner rimane il primo italiano campione a Wimbledon, un traguardo che entra di diritto nella storia del tennis azzurro. Polemiche o meno, il campo ha dato il suo verdetto. E Jannik lo ha fatto brillare.