Wimbledon, le parole di Djokovic dopo la sconfitta contro Sinner
Durante l’incontro con i media, Djokovic ha analizzato con trasparenza la sua situazione: “Non è sfortuna, è età, è usura del corpo. Per quanto io mi prenda cura di me stesso, nell’ultimo anno e mezzo il mio fisico ha iniziato a rispondere meno. Quando sto bene, so che posso ancora giocare un tennis di alto livello. Ma oggi ero in campo con il serbatoio mezzo vuoto. E con avversari come Sinner o Alcaraz, non puoi permettertelo.” Queste dichiarazioni riflettono un momento chiave nella carriera del campione serbo, che si trova a fare i conti con i limiti imposti dal tempo e dalla fatica accumulata negli anni.
L’analisi di Djokovic va oltre la singola partita. La sua riflessione tocca il tema della transizione fisiologica che ogni grande atleta si trova prima o poi ad affrontare: “Devi accettare le cose come sono. Accettare che si cambia, che il corpo non risponde come un tempo. È dura, ma è anche il bello dello sport. Si cresce, si cade, si ritorna. E si lascia spazio agli altri”. Il suo discorso offre uno sguardo lucido sulla naturale evoluzione nello sport di alto livello.
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Il futuro di Djokovic dopo la semifinale
Nonostante la sconfitta e una stanchezza ben visibile, il fuoriclasse serbo non intende lasciare il palcoscenico. “Spero che non sia la mia ultima volta sul Centrale di Wimbledon. Non ho intenzione di chiudere la mia carriera oggi. Tornerò, almeno un’altra volta”. Parole che testimoniano la determinazione e la voglia di confrontarsi ancora ad alti livelli, nonostante le difficoltà fisiche.
Il pubblico londinese ha salutato Djokovic con un lungo applauso, riconoscendo la grandezza di un atleta che ha segnato la storia del tennis moderno. La sua capacità di reinventarsi, di accettare la sconfitta e di promettere un ritorno, rappresenta il tratto distintivo di un vero campione.