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Campi Flegrei, come mai ci sono tutte queste scosse: cosa sta succedendo

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Campi Flegrei cosa succede. Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4.2 ha terrorizzato la popolazione di Napoli nella notte. La scossa è stata avvertita alle ore 3:35 ed è stata preceduta da alcune scosse di lieve intensità. La gente, nonostante fosse notte inoltrata, si è riversata in strada. La preoccupazione è tanta perchè quasi ogni giorno si verifica una nuova scossa. Questa è stata una delle più violente. (Continua…)

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Cosa sono i Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono una vasta area situata nel golfo di Pozzuoli, a ovest della città di Napoli. L’area è nota sin dall’antichità per la sua vivace attività vulcanica. L’area dei Campi Flegrei, infatti, sorge su un antico super vulcano. L’area flegrea comprende i comuni di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Giugliano, Bacoli e Monte di Procida.

Da un punto di vista geologico, l’area è una grande caldera in stato di quiescenza, che si estende dalla collina di Posillipo alla collina dei Camaldoli. In questa area si trovano numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici. Se ne contano almeno ventiquattro, alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive, come l’area della Solfatara, o idrotermali, come ad Agnano, Pozzuoli e Lucrino. Essi sono peraltro causa del fenomeno del bradisismo, riconoscibile in particolare a Pozzuoli. (Continua…)

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Campi Flegrei, cosa succede

Continua imperterrito lo sciame sismico nella zona dei Campi Flegrei, con la scossa più violenta (magnitudo 4.2) registrata stanotte intorno alle ore 3:35. Il professore Giuseppe De Natale, vulcanologo dell’Ingv, ha spiegato al Corriere della Sera che l’attività sismica nell’area flegrea sta aumentando e continuerà ad aumentare tra terremoti ed eruzioni. È difficile però prevedere fino a quando continuerà ad aumentare e soprattutto fino a dove si spingerà. (Continua…)

Quali sono i rischi

Il professor Giuseppe De Natale è stato interrogato anche circa i rischi di questa intensa attività sismica. La popolazione teme che si possa verificare un’eruzione particolarmente disastrosa. Le parole del professore, però, non sono confortevoli: “In questi fenomeni naturali non si può dire nulla con certezza. È estremamente improbabile, prima di tutto perché è raro che una caldera generi più eruzioni ignimbritiche; poi perché, da modelli teorici, le eruzioni ignimbritiche da collasso calderico si preparano in diverse centinaia o migliaia di anni di continuo afflusso magmatico”.

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