
Conclave, spunta una clamorosa alleanza per eleggere un nome forte: di chi si tratterebbe – Il Conclave che deve eleggere il successore di papa Francesco entra nella sua fase più delicata, quella in cui la politica vaticana, con tutta la sua sottile arte diplomatica, si fa sentire sotto i dipinti michelangioleschi della Cappella Sistina. Dopo la fumata nera che ha concluso la prima votazione e la seconda di pochi istanti fa, la sensazione diffusa è che l’assemblea dei 133 cardinali elettori non sia lontana da un’intesa, ma che servano ancora mosse tattiche, accordi dietro le quinte e qualche rinuncia strategica. Le grandi manovre sono in pieno corso, e i voti cominciano a spostarsi, come le tessere di un mosaico complesso. (continua a leggere dopo le foto)

Conclave, spunta una clamorosa alleanza per eleggere un nome forte: di chi si tratterebbe
Il nome che continua a circolare con insistenza è quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, una figura nota per il suo profilo pastorale e per la sua forte proiezione internazionale. Eppure, proprio lui sembra aver sorpreso molti all’interno del Conclave con una mossa inaspettata: secondo indiscrezioni ben accreditate, Tagle avrebbe deciso di fare un passo indietro rispetto alla propria candidatura per appoggiare un altro contendente, il cardinale italiano Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato vaticano. (continua a leggere dopo le foto)

Conclave, spunta una clamorosa alleanza: chi è
Parolin non è un nome nuovo nel panorama della Curia romana, ma nelle ultime ore il suo profilo sembra essersi rafforzato in modo significativo. Il porporato vicentino avrebbe già raccolto tra i 40 e i 50 voti al primo scrutinio, una base solida ma ancora insufficiente per raggiungere il quorum dei due terzi richiesto. L’appoggio di Tagle — e dei voti asiatici che porta con sé — potrebbe però rappresentare la svolta decisiva. E non solo dall’Asia: si parla anche di sponde africane disposte a convergere sul nome di Parolin, grazie ai legami costruiti negli anni in Segreteria di Stato, specie nel quadro della diplomazia vaticana con Paesi in via di sviluppo e nell’ambito della delicata trattativa con la Cina per la nomina dei vescovi.
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