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Gerry Scotti, il noto conduttore parla della sua esperienza con il Covid-19

Gerry Scotti, pseudonimo di Virginio Scotti, è un conduttore televisivo e radiofonico italiano. Come conduttore televisivo, ha all’attivo al 2022 circa 740 prime serate e oltre 8200 puntate di programmi in day time sulle reti Mediaset. Lo scorso anno, come tanti altri italiani, anche Gerry Scotti ha dovuto fare i conti con il Covid-19. Per il noto presentatore Tv non è stata un’esperienza facile, come ha raccontato più volte in  varie interviste. Vediamo nel dettaglio che cosa ha dichiarato dopo la guarigione. (Continua a leggere dopo la foto)

Gerry Scotti, il noto conduttore parla della sua esperienza con il Covid-19

Ad un anno dalla sua guarigione, in un’intervista a Verissimo Gerry Scotti ha parlato del periodo in cui è stato ricoverato a causa del Covid-19. Nello studio di Silvia Toffanin, il noto conduttore ha raccontato di come sia stato aiutato a superare quel difficile momento grazie al pensiero che sarebbe diventato presto nonno. Gerry Scotti ha dichiarato: “Il pensiero che stesse arrivando la mia nipotina è stato di grandissima compagnia in quelle giornate che sembravano non finire mai. Quando ero grave il pensiero di mia nipote Virginia mi ha aiutato, mi sono detto: ‘devo guarire perché tra un mese nasce mia nipote ed io ci voglio essere. Come tutti quelli che hanno avuto il Covid in maniera seria si scopre che forse quel malessere che porta ad avere maggiore stanchezza alla sera può essere riconducibile al virus, però se riesco a reggere ancora i miei ritmi di lavoro vuol dire che anche questa volta ce l’abbiamo fatta”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Le sue parole alla presentazione del Premio ‘Lombardia è Ricerca’

Durante la presentazione del Premio ‘Lombardia è Ricerca’ dell’8 novembre 2021 al Teatro alla Scala di Milano, Gerry Scotti ricordando il suo trascorso con il Covid-19 ha dichiarato: “Un anno fa, l’8 novembre del 2020, ero ricoverato in terapia intensiva. Non è una cosa facile da raccontare. E vorrei raccontarla a tutti coloro che lo ‘negano’, bastava venirmi a trovare. Se dieci giorni dopo sono stato giudicato guarito e ancora ‘utilizzabile’ per i prossimi vent’anni, questo lo devo all’organizzazione della Regione Lombardia, alla sua macchina sanitaria e agli uomini e alle donne che ci lavorano. E visto che siamo alla Scala e che domenica 7 novembre alla “Scala del calcio” hanno fatto quel bellissimo omaggio a tutto il settore degli ospedali, dei medici e degli infermieri, vi chiedo di alzarvi in piedi e fare un solo grande applauso ai tanti di loro che non ce l’hanno fatta, ricordando sempre il sacrificio di tutto questo settore”.

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