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Garlasco, l’avvocato di Sempio sull’assassino: “Un’idea ce l’ho”

Omicidio Garlasco, Chi l'ha visto rivela il nome del terzo uomo misterioso

Nel cuore del giallo di Garlasco, riemerge con forza la voce di Massimo Lovati, avvocato difensore di Andrea Sempio, oggi unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. In un’intervista al Corriere della Sera, il penalista veterano attacca con decisione l’impianto accusatorio, contestando l’attendibilità delle nuove prove e rilanciando un’ipotesi inquietante: «Non è stato Stasi». Parole che spingono a rileggere tutta la vicenda sotto una nuova luce.

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La difesa si ribella: «Quella non è l’impronta di Sempio»

Il fulcro delle nuove indagini sul delitto di Garlasco ruota attorno a una impronta palmare trovata sul muro accanto al cadavere di Chiara Poggi. I consulenti della Procura ritengono che corrisponda a Sempio, ma per l’avvocato Lovati si tratta di un dato privo di valore legale. «Non è l’impronta di Sempio. Contesto radicalmente quella consulenza», ha dichiarato al Corriere della Sera. Il legale punta il dito contro la metodologia: «Possono anche metterci Gesù Cristo, ma se non vedo, non credo. Serve un incidente probatorio con un perito super partes». Lovati non nega la competenza degli esperti del RIS, ma ne sottolinea il ruolo di parte: «Non sono oracoli di Delfi, sono consulenti della Procura. Io ora avrò i miei. Loro dicono di aver trovato una corrispondenza? Spieghino come ci sono arrivati». La difesa preannuncia battaglia legale sul piano tecnico, con l’obiettivo dichiarato di smontare il presunto elemento chiave dell’accusa.

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DNA, alibi e post sospetti: “Nulla ha valore probatorio”

Oltre all’impronta, le nuove indagini rilanciano anche altri elementi. Tra questi, il DNA di Sempio sotto le unghie di Chiara, definito però “irrilevante” dal penalista: «Un dato labile, inconsistente. È normale trovarlo, se frequentava quella casa». Per quanto riguarda lo scontrino del parcheggio a Vigevano, che per gli inquirenti potrebbe essere stato usato per costruire un falso alibi, Lovati taglia corto: «Nessuna falsità. Trovai uno scontrino identico del 2020 nella stessa casa. Significa forse che è stato commesso un altro delitto?». Altro punto sotto accusa: i post ambigui pubblicati da Sempio nel giorno della condanna di Stasi. In uno di questi, una citazione da Il piccolo principe (“L’essenziale è invisibile agli occhi”) accompagna un disegno che secondo alcuni ricorda proprio Chiara Poggi e Alberto Stasi. Lovati liquida la questione: «Sono sciocchezze. Vignette insignificanti. È fumo negli occhi. Depistaggi mediatici».

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