SOCIAL. La moglie di Gianluca Vialli e il biglietto scritto al computer: «Affetto incredibile, Luca era una grande persona: non solo un campione, ma anche un simbolo». Lunedì messa a Cremona, funerali in forma privata a Londra in data e luogo segreti.
Cathryn White Cooper Vialli consegna il suo messaggio agli italiani che hanno amato il marito in una busta, che contiene un foglio di carta scritto al computer. E lo fa per mano di Martina Vian, assistente dell’ex campione negli ultimi quattro anni e mezzo, che apre la porta della casa di Chelsea mentre su Londra la pioggerella sottile è diventata un acquazzone. È il massimo che la privacy condivisa e sempre difesa in maniera maniacale da Luca e dalla moglie sudafricana, arredatrice di interni che non ama per nulla essere definita ex modella, può concedere ai pochissimi cronisti presenti: lunedì alle 18.30ci sarà una messa a Cremonain ricordo del ragazzo riccioluto partito dall’oratorio di Cristo Re che «ha conquistato i trofei e le menti» di Italia e Inghilterra, come ha scritto il Guardian. Ma sulla data e sul luogo del funerale nulla trapela: per volere di Gianluca sarà riservato soltanto alle due famiglie e agli amici più stretti, la segretezza è assoluta. L’unica certezza è che non sarà celebrato domani.
Vialli, grazie al suo carisma, alla filosofia di vita che lo ha sempre accompagnato e grazie anche al suo inglese perfetto, è stato davvero il bomber dei due mondi. E qui ha lasciato una traccia significativa nella cultura popolare, come dimostrano i messaggi dei Simply Red, di Gary Lineker e David Beckham. La sua Londra è stata anche la Royal Albert Hall, in un memorabile concerto del suo amico Eros Ramazzotti, è stata il torneo di Wimbledon, con le fragole, meglio senza panna. Vialli a Londra è arrivato come un pioniere a caccia dell’oro che oggi rende la Premier il campionato più importante del globo: quando nel ‘96 da campione d’Europa sbarcò al Chelsea, chiamato da Gullit, non c’era nemmeno la sala pesi. Con l’arrivo di Zola e Di Matteo, the italian job ha sventolato la sua bandiera sulla globalizzazione del football ed è stato Vialli il primo allenatore a schierare 11 Blues di nazionalità diverse.
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