
Personaggi Tv. È il volto del momento in Rai, ma il percorso che ha portato Stefano De Martino alla guida di Affari Tuoi non è stato né semplice né scontato. In una lunga intervista rilasciata al magazine La Freccia, il conduttore ha raccontato i retroscena del suo arrivo al timone del programma dell’access prime time, rivelando incertezze, pressioni e un carico emotivo inaspettato. Parole che svelano il lato più umano di un artista che, oggi, domina la scena televisiva ma che non dimentica le sue origini e chi l’ha sostenuto.
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“C’era un vuoto e mi ci sono infilato”: l’inizio inatteso
«C’erano tante incertezze anche riguardo il fatto di affidare a me un format così sfruttato in un orario dove ci sono sempre stati grandi professionisti», ha dichiarato Stefano De Martino parlando del suo approdo a Affari Tuoi. Il conduttore, oggi celebrato per i numeri record ottenuti in prima serata e access, ha confessato che il suo ingresso nel programma non è stato il frutto di un piano definito: «Mi sono trovato lì solo perché si era creato un vuoto».
Un’affermazione che restituisce la consapevolezza di essere subentrato in un contesto delicato, ma anche la lucidità di chi ha saputo trasformare un’occasione inattesa in una sfida vinta. Non a caso, De Martino ha riconosciuto che la Rai, spesso percepita come rigida e tradizionalista, in quel momento ha fatto una scelta “pop”, affidandogli un titolo storico e importante del palinsesto serale.

“Affari Tuoi” e quella strana sensazione di affinità
Tra i tanti format esistenti, ce n’era uno solo nel quale De Martino si era già immaginato: proprio Affari Tuoi. «Tra le trasmissioni storiche era l’unico game show che immaginavo di condurre», ha spiegato. E quando è arrivata la chiamata dei vertici Rai, il peso della responsabilità si è fatto sentire: «Non sapevo come sarebbe andata, ma mi visualizzavo in quello studio, mentre urlavo, scherzavo e lanciavo i pacchi».
Un’immagine mentale che, a quanto pare, si è trasformata in realtà, ma non senza difficoltà. L’ex ballerino ha ammesso di aver faticato ad entrare nel giusto mood, rivelando che il passaggio alla conduzione non è mai stato immediato, ma il frutto di un lungo lavoro interiore.
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