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Marta Fascina, la bomba clamorosa sul lascito dell’eredità

silvio berlusconi cosa ha lasciato a marta fascina

SOCIAL. Marta Fascina e Marcello Dell’Utri, due persone molto vicine a Silvio Berlusconi, hanno ricevuto dei lasciti molto generosi dal magnate italiano. Sia Marta Fascina che il fratello Paolo hanno ottenuto una somma di 100 milioni di euro ciascuno, mentre per l’amico Marcello Dell’Utri è stato previsto un “regalo” da 30 milioni di euro. Tuttavia, esiste la possibilità che questi lasciti siano considerati nulli.

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Marta Fascina e i 100 milioni

Secondo l’avvocata Roberta Crivellaro, intervistata da Repubblica, il dubbio riguarda l’espressione “se non torno” utilizzata da Berlusconi nel 2022, facendo riferimento al suo ricovero presso l’ospedale San Raffaele. In quella circostanza, il Cavaliere aveva disposto i 100 milioni per la sua compagna, Marta Fascina, che lui considerava e chiamava sua “moglie”, così come per il fratello Paolo, mentre i 30 milioni erano destinati a Marcello Dell’Utri. Tuttavia, questa espressione potrebbe essere interpretata come una condizione che si attiva in caso di sua mancanza, mettendo in discussione i lasciti a Marta Fascina e Marcello Dell’Utri. Al contrario, il lascito al fratello sembra più solido, avendo già espresso in passato.

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L’impero miliardario diviso in 36 righe

È interessante notare che Berlusconi abbia diviso un impero che vale miliardi con solamente trentasei righe scritte rigorosamente a mano. Questo fatto può sorprendere, ma secondo l’avvocata Crivellaro non è infrequente in Italia. Esistono ragioni culturali e il fatto che il nostro sistema legale limiti la libertà di disposizione solamente alla quota disponibile. Tuttavia, esistono tecniche giuridiche e societarie per suddividere al meglio i beni tra i figli, garantendo a tutti gli stessi diritti patrimoniali. Questo tipo di approccio potrebbe evitare il rischio di contenziosi, anche se sembra che in questo caso specifico non vi siano controversie in corso.

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“Sembra sorprendente ma non è infrequente che in Italia succeda – ha sottolineato Crivellaro – ci sono ragioni culturali e pesa il fatto che il nostro ordinamento limita la libertà alla sola quota disponibile. Ci sono tecniche civilistiche e societarie per suddividere al meglio gli incarichi operativi tra i figli, riservando a tutti gli stessi diritti patrimoniali. Eviterebbero il rischio di contenziosi, che comunque mi pare in questo caso non ci siano”

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